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Odiatori e battutari alla riscossa

Si respira un effetto “liberi tutti” su un variegato numero di giornalisti, conduttori e attori in tv. In ultimo, la telecronaca Rai ai mondiali di nuoto
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Odiatori e battutari alla riscossa

Si respira un effetto “liberi tutti” su un variegato numero di giornalisti, conduttori e attori in tv. In ultimo, la telecronaca Rai ai mondiali di nuoto
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Odiatori e battutari alla riscossa

Si respira un effetto “liberi tutti” su un variegato numero di giornalisti, conduttori e attori in tv. In ultimo, la telecronaca Rai ai mondiali di nuoto
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Si respira un effetto “liberi tutti” su un variegato numero di giornalisti, conduttori e attori in tv. In ultimo, la telecronaca Rai ai mondiali di nuoto
L’avvento del primo governo di destracentro della storia repubblicana italiana è come se avesse generato un effetto “liberi tutti“ su un variegato e variabile numero di giornalisti, pensatori, conduttori, attori. Professionisti più o meno realmente tenuti ai margini della televisione di Stato, della grande informazione e dello spettacolo “mainstream” – come amano ripetere a pappagallo i fan sfegatati di una certa visione complottista della realtà – e di sicuro grandi interpreti del vittimismo all’italiana. Non passa giornata o almeno settimana, ormai, che qualcuno di lor signori non si eserciti in spericolate uscite lessicali. L’ansia che emerge è quella di poter far finalmente sentire al Paese, dal loro punto di vista si intende, una voce “diversa” e “liberata”. Quella che urticando, disprezzando, dividendo dovrebbe ricordare quali grandi tesori dell’intelletto ci siano stati negati sino a oggi. Odiatori di professione e provocatori senza macchia e senza paura. Caso di scuola, quello del giornalista Facci appena giubilato dalla Rai per le illeggibili parole seguite al caso La Russa jr: verrà probabilmente fatto rientrare dalla finestra con un programma registrato, tanto da poter mettere una bella foglia di fico alla realtà dello stile e della persona. La parabola di Pino Insegno è ormai un mito e un po’ fa tenerezza immaginando i fucili spianati che lo attendono al primo (malaugurato) flop Auditel. Al momento, come altri, può giocare per un altro po’ alla vittima finalmente uscita a riveder le stelle, mentre i cattivoni di sinistra sono costretti all’angolo. Una cacofonia insopportabile di battutacce, parole forti, vendette da consumare avvolge il solito e deprimente gioco della lottizzazione: tutto già visto e pateticamente uguale a se stesso, se non quest’insopprimibile voglia di farsi notare sparandole grosse. Un’ansia che assume i contorni volgari di una serata alla Sgarbi al Maxxi, delle finte provocazioni intellettuali cariche solo di odio o delle battutacce fuori controllo di cronisti evidentemente abituati a trattare la Rai come i tavolini del bar sotto casa. Il caso della telecronaca dei tuffi non ha alcuna relazione diretta con il bailamme politico in Tv, ma è sintomo di un deterioramento della professionalità, dell’attenzione o almeno dell’umano timore delle conseguenze. Quando si comincia a respirare il “liberi tutti“ può effettivamente capitare di tutto. di Fulvio Giuliani

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