Ora anche il caso Bova è colpa di Milano
No, questo non è un articolo sul caso Raoul Bova, del quale mi sono ripromesso di non scrivere né ora né mai

Ora anche il caso Bova è colpa di Milano
No, questo non è un articolo sul caso Raoul Bova, del quale mi sono ripromesso di non scrivere né ora né mai
Ora anche il caso Bova è colpa di Milano
No, questo non è un articolo sul caso Raoul Bova, del quale mi sono ripromesso di non scrivere né ora né mai
No, questo non è un articolo sul caso Raoul Bova, del quale mi sono ripromesso di non scrivere né ora né mai. È un post su chi ritiene di potersi lanciare impunemente in semplificazioni ed equiparazioni insostenibili fra una manica di debosciati, rimbecilliti, lestofanti e altro che non posso qui scrivere e un’intera comunità, una città, una società.
Centinaia di migliaia di persone che con certa gente-gentaglia, aspiranti non si capisce bene cosa, gossippari di quart’ordine, maneggioni, tenutari e vuoti come nello spazio fra Giove e Marte non hanno mai avuto e mai avranno a che fare.
Eppure, a valle di questo immenso squallore nato perché qualcuno riteneva di poter diventare famoso sulla pelle altrui e qualcun altro di poterci fare un po’ di quattrini facili, ci sono i soloni che ragionano sulla Milano che non esiste più.
Come se tutti noi, abitanti, residenti, immigrati o semplici lavoratori della città eletta improvvisamente a emblema di tutto ciò che va evitato e stigmatizzato fossimo al più dei reggi-moccolo di questi personaggi dall’enorme squallore.
Ero ragazzino quando mi dovevo sorbire le berciate sull’equiparazione napoletano uguale camorristi e delinquenti. Sono adulto – molto adulto, ahimè – e mi devo beccare le lezioni moraleggianti su Milano e i milanesi. Persino sul caso Raoul Bova. Ma voi non state bene.
di Fulvio Giuliani
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