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Scampia – la palestra Star Judo Club rischia di chiudere

Dopo aver restituito alla società decine di detenuti, la palestra Star Judo Club rischia di chiudere per fitti non pagati. Il Maestro Maddaloni: “mai pattuita quella cifra”
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Scampia – la palestra Star Judo Club rischia di chiudere

Dopo aver restituito alla società decine di detenuti, la palestra Star Judo Club rischia di chiudere per fitti non pagati. Il Maestro Maddaloni: “mai pattuita quella cifra”
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Scampia – la palestra Star Judo Club rischia di chiudere

Dopo aver restituito alla società decine di detenuti, la palestra Star Judo Club rischia di chiudere per fitti non pagati. Il Maestro Maddaloni: “mai pattuita quella cifra”
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Dopo aver restituito alla società decine di detenuti, la palestra Star Judo Club rischia di chiudere per fitti non pagati. Il Maestro Maddaloni: “mai pattuita quella cifra”
Si chiama Star Judo Club ed è una palestra di arti marziali, di legalità, di vita al quartiere Scampia di Napoli. Ha recuperato decine di detenuti in affido dal Tribunale di sorveglianza, in alternativa al carcere. È un presidio quotidiano di regole per i giovani che non vogliono avvicinarsi al malaffare. L’autore di questo piccolo-grande capolavoro è Gianni Maddaloni, “il Maestro Maddaloni”, padre di Pino (oro olimpico a Sydney 2000), Marco (campione italiano), Laura (sette volte campionessa d’Italia). E ora ci sono anche Serena, 17enne campionessa italiana under 22 e Bright, 18enne adottato (padre ivoriano, madre nigeriana) che vince gare a livello nazionale. Il Maestro intreccia judo e legalità da 43 anni. Sui tatami dello Star Judo Club si allenano tutti ma paga (20 euro mensili) solo chi può: soldi spesi per utenze, pulizie e un paio di collaboratori. La palestra rischia di chiudere a breve: il Comune di Napoli ha inviato un’ingiunzione di pagamento per fitti non pagati per 17 anni, totale 385mila euro. Il canone mensile sarebbe fissato a 1.900 euro. «Questa cifra in realtà non è mai stata pattuita» ci spiega Maddaloni. «Sono a Scampia dal 2005, la struttura mi fu affidata dall’allora sindaco Rosa Russo Iervolino per recuperare tanti ragazzi nell’ambito del progetto Riqualificazione Scampia. Se avessi saputo che c’era da pagare il fitto mensile mi sarei trasferito in un altro quartiere; l’area di Scampia resta povera, quasi nessun iscritto può pagare una retta mensile. Non ho avuto notizie di un canone di affitto sino alla prima notifica di pagamento, arrivata nel 2017. L’amministrazione guidata da Luigi De Magistris, che in qualche modo ci è stata vicina negli anni, si era impegnata a risolvere il problema. Ora invece mi ritrovo con quasi 400mila euro da saldare. Somma di cui ovviamente non dispongo. Non posso pagare. Mi sarei aspettato di più un ringraziamento per il lavoro svolto. E invece…» commenta amaro il maestro di judo. Una riflessione quantomeno sensata. La sua palestra – così come un manipolo di associazioni del terzo settore che lavorano nel degrado delle periferie napoletane – si è infatti sostituita alle istituzioni, assenti nelle periferie. Come altre attività di volontariato, questa struttura sportiva andrebbe piuttosto sostenuta dal Comune di Napoli che è in deficit ma che, in nome della lotta alla legalità – la stessa per cui opera ogni giorno Maddaloni – colpisce la street art “Antistato”, rimuovendo il murale del 15enne Ugo Siano ai Quartieri Spagnoli, morto nel 2020 mentre tentava una rapina a un carabiniere fuori servizio. Insomma, questa vicenda-canone (con relativa attenzione mediatica) non avrebbe dovuto vedere la luce. Ora lo Star Judo Club deve poter andare avanti. «Confido in un intervento del sindaco Gaetano Manfredi, che mi ispira sensazioni positive – sospira il Maestro Maddaloni – anche se sinora non ho avuto contatti con l’amministrazione in carica». Di Nicola Sellitti

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