Questa storia inizia – o almeno dovrebbe iniziare – nel 1853. Protagonista è un cliente particolarmente esigente del ristorante “Moon Lake Lodge”, vicino a Saratoga Springs (Stato di New York), che sta rimandando indietro per la terza volta un piatto di patate fritte perché insoddisfatto della cottura. Il cuoco George Crum, visibilmente infastidito, decide così di mettere in atto la sua personale vendetta: affetta le patate sottilissime, le frigge fino a renderle croccanti, le cosparge di sale e le serve al cliente, certo che non le avrebbe gradite. Ma il risultato è tutt’altro che un disastro: erano appena nate, almeno secondo la leggenda, le prime patatine chips.

Questa versione è accattivante e circola come verità consolidata. Ma scavando un po’ si scopre che le cose sono più complesse. Intanto, il vero cognome di Crum era Speck e nessun documento – dalla sua biografia del 1893 al necrologio pubblicato nel 1914 – menziona l’episodio con il cliente. Nonostante ciò, George Crum ha avuto comunque un ruolo importante: contribuì alla popolarità delle chips, prima nel sopracitato ristorante del signor Moon e poi nel proprio locale. Moon invece sarà colui che rivendicherà l’invenzione e industrializzerà il prodotto, confezionandolo prima in coni di carta e poi in scatole.

Ma le patatine, nella loro forma a bastoncino, hanno una storia ben più antica e una disputa geografica ancora aperta. Due Paesi europei se ne contendono la paternità: Francia e Belgio. Secondo i transalpini fu Antoine Parmentier, farmacista e agronomo, a promuovere l’uso alimentare delle patate durante la Rivoluzione francese. Ne dimostrò il valore nutrizionale e, secondo alcune fonti, le fece friggere in bastoncini per renderle più appetibili. Stando invece ai belgi, le patate fritte esistevano già da un secolo prima. Un manoscritto del 1781 racconta che nelle Fiandre, durante l’inverno, quando la pesca nel fiume Mosa era impossibile a causa del gelo, gli abitanti tagliavano le patate a forma di piccoli pesci e le friggevano. Da qui l’origine della frittura a bastoncino, destinata a diventare un’icona gastronomica.

Nonostante le testimonianze orali e le leggende, la prima fonte scritta che documenta una vera ricetta per le patate fritte è del 1822, nel volume “Cook’s Oracle” di William Kitchiner, medico e gastronomo inglese. Il libro contiene le istruzioni per preparare ‘trucioli’ fritti di patate. Tecnica ripresa nel ricettario americano “The Cook’s Own Book” del 1832 e che quindi collocherebbe l’invenzione ben prima della presunta intuizione di Crum.

La diffusione delle patatine negli Stati Uniti con il nome di “french fries” risale invece a un altro snodo storico: la Prima guerra mondiale. I soldati americani, di ritorno dal fronte occidentale, portarono con sé il ricordo delle frites assaggiate in Belgio. Ma i militari, ignari di aver superato il confine e credendo di trovarsi ancora in Francia, le ribattezzarono appunto “french fries”, nome con cui si diffusero in seguito negli Stati Uniti.

La verità storica sulla nascita delle patatine fritte resta quindi avvolta nel mistero. Ma ciò che è certo è il loro trionfo mondiale: che siano servite come street food, come contorno o in eleganti varianti gourmet, hanno conquistato cuori e palati in ogni angolo del pianeta. E poco importa chi sia stato il primo a immergere una fetta di patata nell’olio bollente: da quel giorno la cucina non è stata più la stessa.

di Stefano Faina e Silvio Napolitano