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Più che sapore, un retrogusto del mare che fu

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Puntuale, ogni agosto, arriva l’amarcord su un film entrato nell’immaginario degli italiani delle loro estati felici che furono: “Sapore di mare”, del 1983

Più che sapore, un retrogusto del mare che fu

Puntuale, ogni agosto, arriva l’amarcord su un film entrato nell’immaginario degli italiani delle loro estati felici che furono: “Sapore di mare”, del 1983

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Più che sapore, un retrogusto del mare che fu

Puntuale, ogni agosto, arriva l’amarcord su un film entrato nell’immaginario degli italiani delle loro estati felici che furono: “Sapore di mare”, del 1983

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Più che sapore, un retrogusto. Di mare. Puntuale, come ogni anno d’estate, meglio se d’agosto, arriva l’amarcord su un film entrato nell’immaginario degli italiani e del loro modo, fra piacere e nostalgia, di pensare alle estati passate come più felici: “Sapore di mare” di Carlo ed Enrico Vanzina, anno d’uscita 1983. Sì d’accordo, il film tornerà nelle sale e questo aiuta il pretesto per l’attualità, ma da lì a rendere eterne le estati degli anni Ottanta, come se fossero per sempre, ce ne corre.

Il socialista Bettino Craxi, simbolo da presidente del Consiglio di quegli anni di boom italiano e d’edonismi, non c’è più. Il telefono fisso neppure (o quasi) e tutti oggi usano lo smartphone. Girano microcar per i giovani e non i Ciao. E pure le spiagge son cambiate, anche (e soprattutto) in Versilia, scenografia naturale del film. Sono sempre meno gli ombrelloni, mentre aumentano a dismisura le tende in spiaggia e le vacanze del ceto medio benestante e borghese al Forte dei Marmi non esistono quasi più perché i prezzi son da tasche super ricche.

Insomma, il sapore è evaporato per lasciare spazio a un ricordo, qualcosa che c’è stato e non sarà più, con l’aggiunta che dire che allora fosse meglio di oggi è cosa tutta da dimostrare. Certo, gli irriducibili della vacanza che fu non si arrendano. Come uno dei bagnini storici di Forte dei Marmi, che davanti al ‘basta con i ricordi’ la mette sull’orgoglio: «Di questi tempi meglio un tuffo nella nostalgia che nella Senna».

di Aldo Smilzo

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