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Polemiche sul caso Fedez, ma la salute resta di tutti

Inutile negare la lunga lista di attesa per il servizio sanitario nazionale, ma non dimentichiamo che per gli interventi le strutture pubbliche sono all’avanguardia.
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Trovarsi nella condizione di dover affrontare una malattia è indubbiamente fonte di stress e affidarsi a medici e strutture di eccellenza sicuramente fa la differenza. Da qui nasce la polemica che qualcuno ha scatenato in Rete a seguito del racconto di Fedez: nei mesi scorsi il cantante aveva rivelato di avere un tumore al pancreas, condividendo con i suoi follower tutti i vari passaggi dalla diagnosi all’intervento. «Anche a noi comuni mortali piacerebbe sconfiggere il cancro in tre giorni» ha scritto una persona sul profilo social della moglie Chiara Ferragni, raccontando di essere da sette mesi in attesa di una colonscopia.

Ora, posto il fatto che nessuno, neanche chi è famoso, guarisce in tre giorni – e magari fosse possibile – è chiaro che il commento fa riferimento alla possibilità per chi ha grandi disponibilità economiche o è famoso di avere accesso più rapido a esami che, se svolti con tempestività, possono fare la differenza in termini di sopravvivenza. Sotto questo aspetto, inutile negarlo, il tema esiste: tutti quanti lo abbiamo sperimentato, anche non necessariamente per motivi così seri. Qualsiasi accertamento si debba svolgere, se si passa per il servizio sanitario nazionale la lista di attesa è certo ben più lunga che se ci si rivolge a strutture private. Non è vero però che, quando si tratta di doversi poi sottoporre a interventi, il portafoglio faccia la differenza. Le strutture pubbliche sono dotate di strumentazioni all’avanguardia e vi lavorano medici di eccellenza: questa supposta dicotomia con il privato è figlia di una forma mentis che ci portiamo dietro da decenni ma non corrisponde alla realtà.

La stessa che fa sì che in tanti – scoperta una malattia – se vivono al Sud scelgano ancora oggi di andare a farsi curare al Nord. È vero che nel settentrione vi sono centri che hanno particolari specializzazioni, ma non è vero che i medici nel meridione siano meno preparati. La differenza con il Nord consiste più che altro nello stato delle strutture, a volte ancora effettivamente piuttosto vecchie e che necessiterebbero di ammodernamenti. Per il resto, seppur sia umanamente comprensibile la frustrazione di chi aspetta per mesi un esame, ha poco senso ridurre la questione a uno scontro di “classe”.

La malattia è un momento difficile per tutti, i soldi e la fama non fanno alcuna differenza davanti a certe diagnosi. Anzi, forse la scelta di Fedez di raccontare passo passo quello che gli stava accadendo può aver aiutato chi si ritrova nella sua stessa situazione. Per quanto riguarda la sanità, invece, certo ancora molto per migliorare si può fare ma non dimentichiamo che siamo il Paese che garantisce a tutti cure che altrove sono appannaggio soltanto di chi davvero se le può permettere.

Di Annalisa Grandi

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