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Quei minori che delinquono

Le cronache degli ultimi mesi l’avevano lasciato chiaramente intendere ma ora, a supporto di chi lanciava l’allarme per la crescita dei reati compiuti dai giovanissimi, arrivano i numeri
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Quei minori che delinquono

Le cronache degli ultimi mesi l’avevano lasciato chiaramente intendere ma ora, a supporto di chi lanciava l’allarme per la crescita dei reati compiuti dai giovanissimi, arrivano i numeri
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Quei minori che delinquono

Le cronache degli ultimi mesi l’avevano lasciato chiaramente intendere ma ora, a supporto di chi lanciava l’allarme per la crescita dei reati compiuti dai giovanissimi, arrivano i numeri
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Le cronache degli ultimi mesi l’avevano lasciato chiaramente intendere ma ora, a supporto di chi lanciava l’allarme per la crescita dei reati compiuti dai giovanissimi, arrivano i numeri
Secondo i dati del Dipartimento di Pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno sono oltre 17mila i minori denunciati o arrestati nei primi sei mesi del 2022: il 4,3% del totale delle persone oggetto di provvedimenti da parte delle forze dell’ordine. Numeri in crescita rispetto al passato, ma per comprenderne davvero le dimensioni bisogna guardare le percentuali di chi commette rapine in strade: per quel tipo di reato nel primo semestre dell’anno i minori fermati sono stati oltre 1.500 ovvero esattamente il 28,7% del totale. Quasi un terzo. E le percentuali sono simili anche per quanto concerne i furti in motociclo: in quel caso a commetterli da gennaio a giugno è stato un under 18 in oltre il 25% dei casi. Scendono leggermente ma restano comunque rilevanti le percentuali anche per quanto riguarda furti e danneggiamenti. Numeri che devono preoccupare, soprattutto se si pensa che il nostro è un Paese in forte calo demografico e che quindi numericamente gli under 18 sono sempre meno. È il fenomeno – ormai arcinoto – delle baby gang, ma rappresenta anche una pericolosa tendenza. Che si comprende facilmente, visto che i modelli cui alcuni giovanissimi si ispirano sono quelli di rapper o trapper finiti ancora una volta al centro delle cronache. Su tutti spiccano in questi giorni Baby Gang e Simba La Rue, rispettivamente classe 2001 e 2002 (quindi maggiorenni, ma non da molto): hanno un enorme seguito sui social e sono stati arrestati nei giorni scorsi a Milano su disposizione del giudice per le indagini preliminari. In questo caso i reati contestati sono più gravi. Uno degli episodi di cui – insieme ad altri – sono accusati è una rissa davanti a uno dei locali nel cuore della movida milanese, finita a colpi di scacciacani e con una stampella utilizzata come fosse un bastone. Si tratta di ragazzi che con i reati hanno parecchia confidenza sin da quando erano ben più piccoli. Certo, non tutti i minori che fanno parte di quella statistica del Ministero sono destinati a seguirne le orme. Almeno si spera. Però è un dato di fatto che per una certa gioventù ai margini quelli che irridono le forze dell’ordine, che violano la legge, che delinquono e ne parlano pure nelle proprie canzoni siano visti come dei “duri”. Gente che reagisce a una società non sempre tenera, a storie familiari difficili, a un’integrazione che non c’è. Prenderne atto è il primo passo per riuscire a contrastare un fenomeno che non può e non deve essere bollato come marginale o espressione solo di contesti di estremo disagio. Di Annalisa Grandi

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