Vite in bilico, come rischiare la propria vita per un like – IL VIDEO
Il rooftopping è la moda di scattare selfie e fare video dalla cima dei grattacieli. Una pratica estrema e altamente pericolosa
Vite in bilico, come rischiare la propria vita per un like – IL VIDEO
Il rooftopping è la moda di scattare selfie e fare video dalla cima dei grattacieli. Una pratica estrema e altamente pericolosa
Vite in bilico, come rischiare la propria vita per un like – IL VIDEO
Il rooftopping è la moda di scattare selfie e fare video dalla cima dei grattacieli. Una pratica estrema e altamente pericolosa
Il rooftopping è la moda di scattare selfie e fare video dalla cima dei grattacieli. Una pratica estrema e altamente pericolosa
Il rooftopping è una pratica estrema e altamente pericolosa che consiste nell’arrampicarsi su edifici alti, spesso grattacieli, edifici dismessi e gru in free climbing, ovvero a mani nude e senza alcun tipo di fune o protezione. I praticanti, chiamati in gergo rooftoppers, raggiungono la cima di questi edifici per poi scattare selfie e fare video suggestivi che diventano inevitabilmente virali sui social media. Le radici del fenomeno affondano nell’urban exploration che consiste nell’esplorare edifici abbandonati e nel buildering, una sorta di sport estremo ideato dagli studenti dei college inglesi dei primi del Novecento che sfidavano gli edifici moderni scalandoli a mani nude. Per incarnare lo spirito perverso di queste performance corrono in aiuto le parole di Harry Gardiner, conosciuto come la “mosca”, pioniere del buildering che tra il 1905 e il 1933 riuscì a scalare più di 700 edifici: “centoventi di coloro che hanno cercato di imitarmi sono caduti a morte. Non c’è possibilità di “provare” la tua scalata e ogni nuovo edificio è un enigma da risolvere, se non trovi la risposta giusta, la morte ti aspetta di sotto”. Rimasta per lungo tempo appannaggio di pochissimi “eletti”, negli anni 2000, con l’avvento dei social media e degli smartphone, questa pratica ha trovato terreno fertile nell’esibizionismo e nella voglia di affermazione delle nuove generazioni fino a degenerare nella moda che oggi prende il nome di #rooftopping.
Sono giovanissimi i ragazzi che compiono queste “imprese” e, oltre alla scarica di adrenalina, a spronarli è proprio la volontà di ottenere visibilità sui social media. Questi contenuti difatti infiammano gli utenti che commentano e ricondividono le performance dei rooftoppers facendo diventare virali i loro account. Scalare una gru, un grattacielo o un edificio brutalista significa diventare delle icone ribelli dalla rete e guadagnare velocemente migliaia di followers. Le mete più ambite da questi “atleti” sembrano essere gli Emirati Arabi e il Sud-est asiatico dove hanno sede i grattacieli più alti del mondo. Il fenomeno è così diffuso che ormai ogni grande città vanta la sua “squadra” di rooftoppers, anche se arrampicarsi sui palazzi resta un atto illegale tanto che in molte occasioni i video pubblicati includono rocambolesche fughe dalle forze di polizia e vigilanza privata.
Senza andare troppo lontano, l’11 agosto 2023 due ragazzi francesi poco più che ventenni erano stati sorpresi dalla polizia mentre tentavano di raggiungere la sommità del Duomo di Milano in “free solo”. Impresa poi sugellata quest’anno da Dedelate, un 17enne di Sondrio, che lo scorso 23 maggio è finto su tutti i giornali immortalandosi in un selfie mentre era aggrappato alla Madonnina. Lo stesso ha sfidato più volte gli edifici meneghini facendo un video con le gambe a penzoloni sulla struttura in ferro in cima al Meazza durante un concerto. Il suo account nell’ultimo anno ha guadagnato più di 200mila followers e si teme il rischio emulazione, alcuni utenti hanno dato vita a una sorta di culto con tanto di merchandise e pagina dedicata. In un’era in cui molte persone sono disposte a tutto per un like, sarebbe giusto chiedersi fino a che punto possa essere producente normalizzare questi comportamenti pericolosi. Purtroppo, non sono pochi i casi di rooftoppers famosi finiti tragicamente, è successo a Remi Lucidi, un acrobata francese deceduto la notte del 30 luglio 2023 dopo essere scivolato dal 68° piano della Tregunter Tower di Hong Kong. Sempre in Cina a Changsha ha perso la vita Wu Yongning, uno stuntman di 26 anni, che l’8 novembre 2017 ha mancato la presa precipitando nel vuoto dal 62° piano mentre registrava la sua performance sul Huayuan International Centre. Conosciuto come “il primo rooftopper cinese” il video della sua morte ha ottenuto 15 milioni di views. Una coppia di acrobati russi reinventatisi rooftoppers, invece, è diventata famosa dopo aver realizzato un documentario dal nome “Skywalkers: A Love Story” arrampicandosi sulla cima di diversi grattacieli incluso il secondo edificio più alto del mondo, la torre Merdeka 118 in Malesia.
di Angelo Annese
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- Tag: social media, viral
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