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Sconfiggere superstizioni e pregiudizi sull’albinismo

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L’albinismo è una rarissima malattia genetica caratterizzata dal fatto che l’organismo non produce la melanina. Domani in tutto il mondo si celebrerà la sua Giornata internazionale, istituita nel 2014

albinismo

Sconfiggere superstizioni e pregiudizi sull’albinismo

L’albinismo è una rarissima malattia genetica caratterizzata dal fatto che l’organismo non produce la melanina. Domani in tutto il mondo si celebrerà la sua Giornata internazionale, istituita nel 2014

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Sconfiggere superstizioni e pregiudizi sull’albinismo

L’albinismo è una rarissima malattia genetica caratterizzata dal fatto che l’organismo non produce la melanina. Domani in tutto il mondo si celebrerà la sua Giornata internazionale, istituita nel 2014

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Domani in tutto il mondo si celebrerà la Giornata internazionale dell’albinismo. Istituita nel 2014 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare e promuovere i diritti di questa comunità spesso vittima di discriminazioni e violenze. L’albinismo è una rarissima malattia genetica caratterizzata dal fatto che l’organismo non produce la melanina (o ne produce pochissima). Questo rende la pelle, i capelli e gli occhi di chi ne soffre chiarissimi, quasi bianchi. Causata da un difetto dell’enzima tirosinasi, colpisce circa 1 persona su 20mila nel mondo. Per l’Italia non ci sono dati ufficiali, soltanto stime che parlano di circa 4mila unità, mentre la prevalenza è maggiore nell’Africa sub-sahariana.

Nella sola Tanzania si registra circa un albino ogni 1.400 abitanti. In queste zone le credenze popolari attribuiscono a questi individui poteri soprannaturali o li considerano portatori di sfortuna, alimentando un razzismo al contrario. Le parti del loro corpo, in passato, venivano utilizzate in riti magici. Esiste addirittura un incredibile mercato nero legato al traffico di organi e pelle di soggetti albini. E se gli uomini sono vittime di mutilazioni e omicidi legati alla superstizione, le donne colpite da questa malattia sono spesso emarginate. Private dell’accesso all’istruzione e soggette a violenze di ogni tipo.

Ci sono tuttavia storie di speranza e di lotta contro questi pregiudizi. Un esempio emblematico è la squadra di calcio Albino United, fondata nel 2008 da John e Óscar Haule, ex calciatori e attivisti per i diritti umani. Composta esclusivamente da albini, nasce con l’obiettivo di proteggere questa comunità. E sfatare i miti che la dipingono come un insieme di fantasmi o creature maledette. Oltre agli avversari in campo, i principali ostacoli da affrontare sono legati proprio alla condizione dei suoi giocatori. La vista debole e la pelle delicatissima rendono quasi impossibile allenarsi durante il giorno sotto il sole africano senza costosi prodotti protettivi. La storia dell’Albino United ha attirato l’attenzione internazionale grazie anche a un documentario realizzato nel 2010. Che ha assicurato alla squadra il sostegno Fifa e della Fondazione Real Madrid tramite iniziative promosse in Tanzania per tutelare i giovani che soffrono di questa patologia.

Nonostante questi progressi, la lotta contro la superstizione e la violenza prosegue. Nel 2015 il governo tanzaniano ha condannato la stregoneria, processando oltre 300 guaritori coinvolti in crimini contro gli albini. I casi di persecuzione nei confronti dei ‘bianchi d’Africa’ continuano però a verificarsi (sono circa 80 le sparizioni documentate negli ultimi 15 anni). Al punto che la presidente della Tanzania, Samia Suluhu Hassan, ha istituito nelle scuole un programma di informazione e conoscenza sulle cause dell’albinismo. E ha promosso la realizzazione di specifiche aree sorvegliate dove gli albini possano vivere senza il rischio di essere rapiti o uccisi.

L’isola di Ukerewe, sul Lago Vittoria in Tanzania, vanta per esempio la più alta concentrazione al mondo di persone colpite da questa anomalia genetica. Qui vi sono specifiche strutture dedicate alla cura delle malattie della pelle e i diritti degli albini sono tutelati da uno specifico ufficio governativo a loro dedicato. In questo contesto la vicenda dell’Albino United, al di là del suo valore sportivo, rappresenta un passaggio fondamentale per arrivare ad abbattere definitivamente il pregiudizio. Perché anche dietro a un pallone che rotola in fondo a una rete può nascondersi la promessa di un futuro diverso.

Di Stefano Faina e Silvio Napolitano

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