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Scuola e famiglia, bancarotta in tandem

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Nell’Italia dell’ignoranza elevata a sistema accade che il genitore “arruolato“ da un figlio si presenti a scuola e cerchi di menare il professore

Scuola e famiglia, bancarotta in tandem

Nell’Italia dell’ignoranza elevata a sistema accade che il genitore “arruolato“ da un figlio si presenti a scuola e cerchi di menare il professore

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Scuola e famiglia, bancarotta in tandem

Nell’Italia dell’ignoranza elevata a sistema accade che il genitore “arruolato“ da un figlio si presenti a scuola e cerchi di menare il professore

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“Vieni a spaccare la faccia al professore”: l’avessi detto io a mio padre o a mia madre finiva male. Molto male. Per me.

Nell’Italia del III millennio, nell’Italia dell’ignoranza elevata al sistema e portata trionfante al governo (cerchiamo di non dimenticare mai i guasti di quella stagione incredibile dell’uno vale uno), accade che il genitore “arruolato“ da un figlio già quasi senza speranza si presenti a scuola e cerchi di menare il professore. Reo di aver messo una nota al pargolo di 16 anni.

Detto che la mela non cade veramente mai lontana dall’albero, qui siamo alla bancarotta e non di quella famiglia, ma di un mondo. Per arrivare alla convocazione del genitore a una spedizione punitiva contro il proprio professore è necessario un percorso di anni. Devi esserti impegnato per un lungo lasso di tempo.

Voi riuscite a immaginare (io onestamente no) quale sia il tenore dei discorsi in quella casa? Su cosa si confronteranno genitori e figli? Cosa diranno del mondo, dei diritti dell’individuo, della democrazia, della coscienza civile. Per certa gente, questi discorsi devono equivalere alla fisica quantistica per il sottoscritto: estranei, incomprensibili.

È successo a Lecce, poteva accadere in mille altri angoli di questo Paese sempre più felice della propria ignoranza, di non leggere un libro, di non riuscire a parlare usando più di una subordinata, dimentico del congiuntivo. Quel che è più grave, di quelle regole base dell’educazione che un tempo univano tutti, gli istruiti e i meno istruiti. I “signori” e chi aspirava a diventarlo, migliorandosi ogni benedetto giorno.

Di Fulvio Giuliani

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