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sesso e fede

La (non) fede e la fedeltà

Una ricerca condotta tra 237 universitari americani dimostra che i credenti sono considerati più fedeli degli atei. Ma qual è il senso, e l’attendibilità, di questo studio?
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Gli atei sono visti come partner romantici meno attraenti rispetto ai credenti, almeno tra gli studenti universitari del Sud degli Stati Uniti
, secondo una ricerca pubblicata sul “Journal of Social and Personal Relationships”. Chissà, si sono chiesti gli autori, se le persone preferiscono partner con un credo religioso quando si tratta di relazioni a lungo termine.

A un gruppo di 237 laureandi è stato così chiesto di valutare alcuni profili contenuti in un finto sito di incontri. I potenziali partner si dividevano tra credenti e atei. Orbene, gli atei sono stati percepiti più desiderabili per relazioni a breve termine. Ma se la partita riguarda la costruzione di una storia stabile nel tempo gli studenti non hanno dubbi: meglio il credente.

Inoltre, religiosi e atei fisicamente attraenti erano entrambi percepiti come più inclini all’infedeltà rispetto alle loro controparti non attraenti, ma questo effetto era significativamente più grande per gli atei. Questi ultimi sono quindi considerati più fetenti e il fatto che siano associati a una maggiore propensione all’infedeltà li rende meno desiderabili in un contesto a lungo termine. Na’ botta e via, insomma.

I risultati sono in linea con una ricerca precedente: l’ateo ha meno probabilità di essere visto come affidabile o partner romantico fedele o genitore ‘dedicato’, soprattutto se è attraente. Di fatto la religione è onnipresente nella società americana, che vanta una diversità culturale senza pari. Con 240 milioni di fedeli gli Usa hanno la più vasta popolazione cristiana al mondo, divisa in protestanti (luterani, battisti, mormoni e metodisti) evangelici e cattolici. Oltre al cristianesimo vi sono poi giudaismo e Islam. Per non parlare di buddhismo, shintoismo o dell’allegro satanismo. Insomma, una Babele multicolore di fedeli che incarna probabilmente il sogno dei primi colonizzatori britannici, fuggiti dalle persecuzioni religiose di moda in Europa.

Ordunque, siamo sicuri che i 237 studenti della ricerca rappresentino adeguatamente tutto questo cinema? Difficile crederlo. D’altra parte il concetto stesso di ‘ateo’ spazia dal dubbioso un po’ borderline all’anticristo professionista. Anche in questo caso troviamo azzardata la generalizzazione. E siccome incontriamo ogni giorno atei irreprensibili così come fedeli infernali, siamo portati a credere che una relazione a lungo termine possa imperniarsi su qualcosa di più tangibile. Tipo il portafoglio, da sempre un evergreen.

di Daniel Bulla

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