Tamponando
Con la variante Omicron e le festività è aumentata la diffusione del virus e le lunghe code per i tamponi nelle farmacie non sono altro che la conseguenza. Che in così tanti stiano prenotando i tamponi è una buona notizia: non dimentichiamo come sono state trascorse le feste dodici mesi fa.

Tamponando
Con la variante Omicron e le festività è aumentata la diffusione del virus e le lunghe code per i tamponi nelle farmacie non sono altro che la conseguenza. Che in così tanti stiano prenotando i tamponi è una buona notizia: non dimentichiamo come sono state trascorse le feste dodici mesi fa.
Tamponando
Con la variante Omicron e le festività è aumentata la diffusione del virus e le lunghe code per i tamponi nelle farmacie non sono altro che la conseguenza. Che in così tanti stiano prenotando i tamponi è una buona notizia: non dimentichiamo come sono state trascorse le feste dodici mesi fa.
Non possiamo più lamentarci per le inefficienze della campagna vaccinale, lo facciamo per le code per i tamponi. Che la variante Omicron abbia portato a una impennata dei contagi è evidente, così come era prevedibile che le festività favorissero la diffusione del virus. Le lunghe file che tutti abbiamo visto davanti alle farmacie non ne solo altro che conseguenza. I tamponi, in tutte le loro declinazioni, restano lo strumento per il tracciamento dei contatti dei positivi e sono fondamentali per chi vuole incontrare parenti e amici in sicurezza. Che in così tanti li stiano prenotando è una buona notizia, significa che la stragrande maggioranza delle persone ha a cuore la salute propria e degli altri.
Certo, è innegabile che la macchina in alcune zone si sia inceppata e che quindi sia necessario, soprattutto in regioni come la Lombardia dove i numeri dei positivi sono diventati importanti, far sì che il meccanismo torni a funzionare. E senza che ci si lucri sopra, come sta invece già accadendo: ricordiamoci che ad agosto era stato siglato il protocollo d’intesa con le Regioni che stabiliva il prezzo calmierato per i tamponi antigenici in farmacia: 15 euro per gli adulti e 8 per la fascia d’età fra i 12 e i 18 anni. Diverso è sempre stato il discorso per quelli molecolari, i cui costi spesso superano i 100 euro nelle strutture private, quelle che d’altronde consentono anche di farli in tempi accettabili. Ritorna l’annosa questione dell’efficienza di un sistema che però, lo abbiamo visto con i nostri occhi, sui vaccini è stato risolto in modo eccellente.
Lamentiamoci quindi piuttosto di chi continua a scegliere di non vaccinarsi, rischiando di aumentare il livello di pressione sul sistema sanitario. Non di chi va a farsi fare il tampone. L’alternativa è modificare le norme – qualcuno lo sta già proponendo – e non prevedere più la quarantena per i contatti, se vaccinati, ma solo per i positivi. Rimarrebbero però i temi della sicurezza personale e della responsabilità nei confronti della società: in quanti se la sentirebbero di andare in giro con il dubbio di essere positivi? L’altra strada è quella percorsa da Germania e Austria con i vari lockdown per non vaccinati. Molto altro da inventarsi non c’è. Soprattutto, teniamo a mente che quello che dovrebbe essere per tutti prioritario è evitare che crescano i numeri dei ricoveri e delle terapie intensive e che la pandemia torni a essere fuori controllo. Nessuno può permetterselo e abbassare la guardia sarebbe un errore enorme: siamo diventati un esempio, abbiamo imparato a stare attenti per buonsenso, non perché ci viene imposto. Ricordiamoci che dodici mesi fa queste feste le abbiamo trascorse praticamente chiusi in casa. Armiamoci di pazienza e tamponiamoci.
di Annalisa Grandi
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