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Terremoto L’Aquila: le sentenze opposte

Il tema della giustizia e del suo funzionamento non è un problema dell’inquisito e della corporazione togata ma ha a che vedere con il funzionamento del Paese e il livello di civiltà.
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Terremoto L’Aquila: le sentenze opposte

Il tema della giustizia e del suo funzionamento non è un problema dell’inquisito e della corporazione togata ma ha a che vedere con il funzionamento del Paese e il livello di civiltà.
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Terremoto L’Aquila: le sentenze opposte

Il tema della giustizia e del suo funzionamento non è un problema dell’inquisito e della corporazione togata ma ha a che vedere con il funzionamento del Paese e il livello di civiltà.
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Il tema della giustizia e del suo funzionamento non è un problema dell’inquisito e della corporazione togata ma ha a che vedere con il funzionamento del Paese e il livello di civiltà.
Della sentenza che, relativamente al terremoto e al crollo di un palazzo all’Aquila, prevede un concorso di colpa (quantificato al 30%) delle vittime, abbiamo dato conto. Che questa sentenza contrasti con una dell’anno scorso – che per la stessa questione escludeva una qualsiasi responsabilità in capo ai defunti e, quindi, una quale che sia decurtazione del risarcimento – non è di per sé inquietante. La diversa interpretazione di fatti e norme è ineliminabile in qualsiasi sistema di diritto, lasciando spazio al “libero convincimento” del giudice. Questo significa che con le medesime leggi e su fatti simili possano esistere sentenze opposte? No, perché evitarlo è il compito della Corte di Cassazione: «garantire l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge». Articolo 65 dell’ordinamento giudiziario. Ma è lettera morta se ci vogliono anni. Le due sentenze opposte non possono e non devono essere offerte all’indignazione senza conoscenza di carte e norme, ma neanche si possono accettare tali difformità. E il giudice in errore ne risponda. Il fatto è che la prima, del 2021, è in fase di appello e la seconda sarà appellata. Moriranno i congiunti delle vittime. Ma prima di loro muoiono il diritto e la giustizia. Per questa ragione il tema della giustizia e del suo funzionamento non è un problema dell’inquisito eccellente (sulla pelle di migliaia d’inquisiti ininfluenti) e della corporazione togata ma ha a che vedere con il funzionamento del Paese e il livello di civiltà. Di Sofia Cifarelli

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