
Tinder cede all’emozione e al mito dell’amore
Una nuova app per appuntamenti al buio: Blind Date, la novità di Tinder.
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Tinder cede all’emozione e al mito dell’amore
Una nuova app per appuntamenti al buio: Blind Date, la novità di Tinder.
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Tinder cede all’emozione e al mito dell’amore
Una nuova app per appuntamenti al buio: Blind Date, la novità di Tinder.
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Una nuova app per appuntamenti al buio: Blind Date, la novità di Tinder.
Il brivido dell’ignoto e l’appuntamento al buio ora sono in versione digitale, con gli utenti che scoprono visi e corpi dopo la conversazione e la reciproca conoscenza. La novità arriva paradossalmente da Tinder, ovvero l’applicazione di appuntamenti più famosa sui vari store, che occupa il 72% degli utenti attivi mensili tra le piattaforme di incontri occasionali, secondo lo studio del market data Sensor Tower. L’opzione si chiama Blind Date: prima di accedere al profilo dell’utente che interessa e vedere le foto e magari procedere a una videochiamata, gli iscritti devono chattare tra loro, conoscersi, stimolarsi. Piacersi.
Appare effettivamente un controsenso: Tinder – l’app della passione mordi e fuggi, dell’intesa e dell’appuntamento quasi in tempo reale, che consente pure di rintracciare i single iscritti nel raggio di pochi metri, asset quasi indispensabile nell’era della pandemia che erode i rapporti sociali – cede all’emozione, al mito dell’amore cieco. La scelta, spiegano, è dettata dall’esigenza degli utenti di conoscersi, dalla nostalgia della generazione Z verso quegli appuntamenti degli anni Novanta raccontati nei film e nelle serie tv alla “Beverly Hills 90210” dove non tutto era visibile, evidente, quasi scontato. L’effetto nostalgia del passato, la rivincita dell’essere sull’apparire. Ma anche la rivincita dell’esercito digitale dei cosiddetti ‘belli dentro’, di quelli che pensano di avere armi poco affilate, che si sentono centrifugati dal trionfo dell’estetica.
Oltre che una trovata di business con indiscusso potenziale, Blind Date è un colpo al massimalismo dell’apparenza, esasperata dai social network tra filtri e foto ritoccate e levigate. Insomma, spazio dunque sul web al fascino dell’incognito così come all’ansia dell’imprevisto. E anche se non per tutti ci sarà una Kim Basinger che combina guai in serie a Bruce Willis al primo goccio di alcol – come in “Appuntamento al buio” di Blake Edwards – il blind date attira, eccome. L’app abbina gli iscritti in base ad alcune risposte preliminari e Tinder rivela che nei primi test gli utenti che hanno utilizzato i match al buio hanno ottenuto il 40% di abbinamenti in più rispetto a chi utilizza le altre funzioni di chat veloci disponibili sulla piattaforma. Un sondaggio dell’agenzia di mercato Opinium rivela che il 50% della Gen-Z in Inghilterra non ha mai sperimentato un appuntamento al buio e che vorrebbe assolutamente provare questo tipo di esperienza. Ai single, a chi è in cerca di amore (o altro) senza passare solo per la bellezza, non resta che provare per credere.
di Nicola Sellitti
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