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Trans presa a manganellate: tre indagati

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Tre agenti della Polizia locale di Milano sono indagati per lesioni aggravate dopo il caso della trans presa a manganellate. Quelle immagini sono ingiustificabili

Trans presa a manganellate: tre indagati

Tre agenti della Polizia locale di Milano sono indagati per lesioni aggravate dopo il caso della trans presa a manganellate. Quelle immagini sono ingiustificabili
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Trans presa a manganellate: tre indagati

Tre agenti della Polizia locale di Milano sono indagati per lesioni aggravate dopo il caso della trans presa a manganellate. Quelle immagini sono ingiustificabili
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Tre di loro sono indagati per lesioni aggravate e il Comune ha annunciato un procedimento disciplinare. In mezzo il video di cui da giorni si parla: quello della trans fermata da alcuni agenti della Polizia locale di Milano. Qualsiasi cosa sia successa, prima o dopo quei frame che tutti abbiamo visto, non cambia il fatto che quelle immagini sono ingiustificabili. E sarà naturalmente la magistratura, non certo i giornalisti, a stabilire se gli agenti hanno commesso dei reati. Di sicuro questo episodio non giova alla reputazione di quanti si spendono ogni giorno in quartieri difficili. Agenti con stipendi bassi, che si misurano con realtà complesse, con zone degradate di Milano divenute polveriere sociali. Bruna, la transessuale che si vede nel video, come molte altre si prostituisce dalla mattina alla sera nelle strade di questi complicati spicchi di periferia. Realtà divenute quasi ghetti, enclave con leggi tutte loro e dove chi interviene deve saperlo fare con estrema accortezza. Un lavoro che viene svolto quotidianamente pur fra mille difficoltà. Poi accade un singolo, brutto episodio e rischia così di incrinarsi quel sottile equilibrio su cui regge il rapporto fra le forze dell’ordine e gli habitué di certi tipi di reati. Perché la verità è che in queste zone chi ci lavora tutti i giorni, chi conosce una per una le persone più problematiche, sono proprio gli uomini in divisa. Ed è soltanto con una gestione della forza pubblica che non travalica mai i limiti che si può garantire almeno un poco di sicurezza. Al di là di quanto sostiene il sindacato dei vigili urbani («Nessuno è un robot»), l’episodio mostrato dal video è davvero brutto. Chi ha sbagliato sicuramente pagherà, mentre va detto che questo tipo di situazioni non possono e non devono essere gestite senza una formazione idonea. Viene da chiedersi ad esempio perché in un frangente così complicato non sia stato richiesto il supporto qualificato di Polizia e Carabinieri. Ma questo nulla può togliere al lavoro, fondamentale, svolto ogni giorno dagli uomini in divisa a Milano e nel resto d’Italia.   di Annalisa Grandi

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