Troppo presto per il Natale?
Per alcuni, l’arrivo anticipato degli addobbi natalizi pare essere una “vergogna”. L’accusa è sempre la stessa: eccesso di consumismo. Ma non sarà un po’ troppo?
Troppo presto per il Natale?
Per alcuni, l’arrivo anticipato degli addobbi natalizi pare essere una “vergogna”. L’accusa è sempre la stessa: eccesso di consumismo. Ma non sarà un po’ troppo?
Troppo presto per il Natale?
Per alcuni, l’arrivo anticipato degli addobbi natalizi pare essere una “vergogna”. L’accusa è sempre la stessa: eccesso di consumismo. Ma non sarà un po’ troppo?
Per alcuni, l’arrivo anticipato degli addobbi natalizi pare essere una “vergogna”. L’accusa è sempre la stessa: eccesso di consumismo. Ma non sarà un po’ troppo?
Ogni anno, sempre un po’ prima (appunto), siamo animati dal pensoso dibattito su “quando” sia “giusto“ e “consentito“ addobbare casa per il Natale.
Sono stato bambino anch’io e, ahimè, non proprio cinque anni fa: ricordo perfettamente quando prima della Festa dell’Immacolata, l’8 dicembre, non era ammissibile vedere i negozi addobbati a festa e tantomeno le lucine fuori ai balconi – in verità non si usavano per niente – o gli alberi di Natale far capolino dalle finestre. Se per questo, da piccolo non ricevevo neppure i regali a Natale, perché in famiglia vigeva ancora la rigida tradizione dei doni alla Befana. A Roma, nella mia Napoli e in tante città del Sud Italia.
Insomma, ancora una volta tutto è cambiato, ma per tanti la cosa ha un che di insopportabilmente ‘vergognoso’. L’accusa è sempre la stessa: eccesso di consumismo, mercificazione delle feste, materialismo spinto, unica importanza che si riesce a dare al denaro, ai luccichini, al costo di un regalo per familiari, amici e parenti più che al valore sentimentale dello stesso.
A me sembra tutta un’esagerazione, l’ennesima occasione per alzare il ditino, impugnare la matita rossa e blu e cominciare a sottolineare con entusiasmo gli errori altrui (ma poi, quali?!).
È vero, a tutti scappa un sorriso quando vediamo le cataste di panettoni e pandori al supermercato ai primi di novembre o le prime lucine lampeggianti nel negozio di fiducia un mese prima di Sant’Ambrogio a Milano. Però, almeno quelle persone – nel far sanissimo business – talvolta hanno anche saputo conservare da qualche parte il bambino in sé. Il che sarebbe buona regola per tutti.
Certo è presto, talvolta prestissimo. Certo manca una vita, abbiamo appena “officiato“ Halloween con i più piccoli. Certo non è ancora partita la sarabanda dell’esistenziale domanda: “Cosa fai a Natale?“.
Certo tutto questo, ma io sarei per lasciare i commercianti e ciascuno liberi di fare un po’ quello che gli pare.
Proprio in questi giorni si cerca di abbinare il Black Friday (a proposito di tradizioni non esattamente italiane, al pari di Halloween, dell’Albero di Natale e di tante altre…) ai locali già addobbati a festa, ma… quale sarebbe il peccato mortale commesso?
Se si hanno ancora dei bambini piccoli, vederli eccitati 10 giorni prima della data fatidica fa male?
Sembra un tema futile, sono certo che qualcuno mi darà del “ridicolo” anche per aver solo pensato di scriverne, ma sono tutti i segnali di un mondo che – grazie al cielo – continua a cambiare e ad adattarsi a gusti e desideri in evoluzione.
Non ci sembra per niente male e, in fin dei conti, nulla cambierà per gli odiatori professionali del Natale, per tutti i Grinch e Scrooge in servizio permanente effettivo. Anzi, anche loro avranno qualche settimana in più per divertirsi un po’.
Di Fulvio Giuliani
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