Una tranquilla domenica di paura a Roccaraso
L’allucinante assalto di 260 pullman turistici partiti dalla Campania per Roccaraso, tra sregolatezza turistica e influencer
Una tranquilla domenica di paura a Roccaraso
L’allucinante assalto di 260 pullman turistici partiti dalla Campania per Roccaraso, tra sregolatezza turistica e influencer
Una tranquilla domenica di paura a Roccaraso
L’allucinante assalto di 260 pullman turistici partiti dalla Campania per Roccaraso, tra sregolatezza turistica e influencer
L’allucinante assalto di 260 pullman turistici partiti dalla Campania per Roccaraso, tra sregolatezza turistica e influencer
Chi scrive a Roccaraso ha imparato a sciare ed è legato da un rapporto d’affetto agli Appennini abruzzesi. Che per tante ragazze e ragazzi del Sud hanno simboleggiato la prima presa di contatto con gli sport invernali e lo sci in modo particolare. Assistere all’invasione da tregenda che si è registrata domenica, con l’allucinante assalto di 260 pullman turistici partiti dalla Campania – in buona misura da Napoli e provincia – per la stazione sciistica abruzzese ha dello sconcertante.
Potrebbe essere in qualche misura motivo di soddisfazione per chi ha sempre sostenuto che anche a Napoli e in generale al Sud c’è grande amore per la neve e per lo sci. Ma questa non è né neve né sci. È una deriva ‘alla cinese’. Con scene apocalittiche, code chilometriche di mezzi meccanici ed esseri umani. Un mare di sci, caschi e scarponi che le piste non le ha viste manco da lontano. Per ovvi motivi.
Il sindaco del piccolo centro, che conta 1.500 residenti, ha dato i numeri. In tutti i sensi: 20mila persone arrivate in qualche modo sugli impianti di risalita. E 15mila a passeggio per le vie del centro, che già con 2mila vanno per ovvi motivi in tilt. Altro che overtourism. Qui siamo al cortocircuito fra agenzie di viaggio pronte a vendere pacchetti a prezzi stracciati senza curarsi minimamente del senso dell’operazione e – pare, è sempre il sindaco a informarci – influencer. Che hanno fatto partire una vera e propria corsa alla domenica delle nevi. Abominevole, per l’appunto.
Di Marco Sallustro
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