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Uno stage è per sempre

Nicole, appena laureata, lavora in stage in una prestigiosa azienda di pubblicità. Ma dopo un po’ la responsabile la licenzia, con la scusa di non aver bisogno di lei. Anni dopo sarà responsabile marketing di una grossa azienda, e si ritroverà davanti la persona che l’ha licenziata.
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Uno stage è per sempre

Nicole, appena laureata, lavora in stage in una prestigiosa azienda di pubblicità. Ma dopo un po’ la responsabile la licenzia, con la scusa di non aver bisogno di lei. Anni dopo sarà responsabile marketing di una grossa azienda, e si ritroverà davanti la persona che l’ha licenziata.
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Uno stage è per sempre

Nicole, appena laureata, lavora in stage in una prestigiosa azienda di pubblicità. Ma dopo un po’ la responsabile la licenzia, con la scusa di non aver bisogno di lei. Anni dopo sarà responsabile marketing di una grossa azienda, e si ritroverà davanti la persona che l’ha licenziata.
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Nicole, appena laureata, lavora in stage in una prestigiosa azienda di pubblicità. Ma dopo un po’ la responsabile la licenzia, con la scusa di non aver bisogno di lei. Anni dopo sarà responsabile marketing di una grossa azienda, e si ritroverà davanti la persona che l’ha licenziata.
Nicole era entusiasta della sua nuova vita. Appena laureata aveva trovato subito un’opportunità di stage in una prestigiosa agenzia milanese di pubblicità. Sapeva di aver tanto da imparare ma anche di poter portare al team tutta la sua energia, volontà e voglia di fare. Il rimborso spese è irrisorio ma lei non ci bada, il suo obiettivo è imparare. I primi giorni smorzano un po’ il suo entusiasmo. Nessuno le dà corda. Si ritrova sempre sola, anche in pausa pranzo. E gli unici lavori che le vengono affidati sono caffè, fotocopie e poco altro. Lei non si sente sminuita nello svolgerli, ma vuole imparare. E così si fa coraggio e inizia a chiedere, a fare domande e proposte. Invariabilmente le viene risposto che lei non deve capire, deve solo eseguire. La frustrazione unita a un pizzico di arroganza giovanile la portano a insistere, a continuare a chiedere e a richiedere spiegazioni. A volte con i toni giusti, a volte sbagliandoli. Un lunedì mattina la responsabile dell’ufficio con modi frettolosi e sgarbati le dice che il suo stage finisce lì. Lei non è quello di cui hanno bisogno, la invita ad andarsene immediatamente. Nicole, ferita nell’orgoglio ma anche sollevata, ritrova i modi garbati. Saluta tutti educatamente, lascia un cioccolatino sopra ogni scrivania e se ne va. Sa che verrà il suo momento, che il fatto di pensare e voler capire quello che fa non può essere un difetto. E così anni dopo, anche grazie a quella porta presa in faccia, si ritrova a essere la responsabile marketing di una grossa azienda, quella di cui ogni agenzia vorrebbe essere fornitrice. Un giorno si ritrova proprio lei davanti, la persona che l’ha licenziata. Nicole deve decidere chi fra le agenzie di pubblicità sarà la vincitrice della gara internazionale che hanno indetto e che seguirà tutte le campagne pubblicitarie per la sua azienda. Nicole sa già che non sarà mai quella che l’ha licenziata. Non certo per lo sgarbo ricevuto ma perché i requisiti base che l’azienda per cui lavora pretende da un fornitore sono correttezza, trasparenza ed educazione nei rapporti umani. Anche e soprattutto verso chi deve imparare e crescere. E così la responsabile dell’agenzia non farà fatica a capire di non essere stata scelta quando anziché Nicole nel colloquio finale si troverà di fronte una scrivania vuota con sopra un gustoso cioccolatino fondente.   di Lady Jane

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