La logica della (presunzione di) innocenza. Fino a sentenza contraria. L’Italia, con un decreto legislativo approvato 48 ore fa dal Consiglio dei ministri, prova finalmente a dare attuazione a un principio che sta nella nostra Costituzione e che dovrebbe essere alla base delle democrazie liberali come loro fondamento.
Il principio stabilisce il divieto, per le autorità pubbliche, di presentare l’indagato o l’imputato in un procedimento penale come colpevole, prima che sia intervenuto un provvedimento definitivo di condanna. Con la previsione di sanzioni penali o disciplinari per chi violasse tale divieto.
Subito il dibattito pubblico italiano ha tirato in ballo il bavaglio alla libertà di informazione che questo principio violerebbe. Qui siamo ormai al mondo ribaltato. Presentare un indagato o un imputato come colpevole prima di una sua eventuale condanna, infatti, non è libertà di informazione ma barbarie. Il che apre una riflessione necessaria sul giornalismo nazionale che dagli anni di Mani Pulite e di Tangentopoli (ma anche prima, vedi il caso Tortora) ha fatto della cronaca giudiziaria delle indagini la narrazione manichea del Paese.
Con un piccolo sforzo noi giornalisti – fuor di corporazione – dovremmo riflettere sulla libertà di informazione, principio anch’esso liberale ma che non prevede la gogna a mezzo stampa (o di altri media) per chi è semplicemente indagato o imputato, magari essendo pure incensurato.
Non è difficile da comprendere, basta seguire la logica. Quella del diritto e della democrazia.
LA RAGIONE – LE ALI DELLA LIBERTA’ SCRL
Direttore editoriale Davide Giacalone
Direttore responsabile Fulvio Giuliani
Sede legale: via Senato, 6 - 20121 Milano (MI) PI, CF e N. iscrizione al Registro Imprese di Milano: 11605210969 Numero Rea: MI-2614229
Per informazioni scrivi a info@laragione.eu
Copyright © La Ragione - leAli alla libertà
Powered by Sernicola Labs Srl