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Oggi celebriamo il coraggio e le scelte

Il video integrale, ipnotico e pieno di umanità delle infermiere turche durante il tragico terremoto in Turchia e Siria

 

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Ieri abbiamo pubblicato su sito, app e social de La Ragione il video “integrale” delle infermiere turche del reparto di neonatologia dell’ospedale Inayet Topcoglup di Gaziantep, investito in pieno dal terrificante terremoto dei giorni scorsi. Avevamo già visto Devlet Nizam e Gazwl Caliskan abbracciare le culle termiche, per evitare che fossero spazzate via dalla violenza del sisma, esponendo a un rischio mortale i neonati al loro interno. Ieri, però, abbiamo potuto seguire l’intera sequenza, precedente il loro arrivo nella sala dove erano ricoverati i bimbi in più tenera età e bisognosi delle maggiori cure e attenzioni. Le abbiamo viste, con i loro colleghi, rendersi conto del rischio mortale per tutti i pazienti e i familiari, le abbiamo viste muoversi con efficienza fra i corridoi e le stanze dell’ospedale, mentre intorno tutto sembrava esplodere. Le abbiamo viste indicare le vie di fuga, aiutare a mettersi in salvo chi poteva scappare e muoversi senza indecisioni, precipitarsi fra le culle termiche e tenerle letteralmente con il proprio corpo nella posizione corretta, evitando una tragedia nella tragedia. È un video, una sequenza di poco più di un minuto, ipnotico. Per l’umanità che emana con forza persino superiore a quella di un terremoto indicibile, per il commovente senso del dovere e la professionalità mostrati. C’è, sullo sfondo, tutta la forza della natura, il nostro essere insignificanti, incapaci di opporre una qualsivoglia resistenza alla violenza brutale degli elementi, quando si scatenano contro questo essere così supponente e fragile chiamato uomo. Quel video, soprattutto, ricorda a chi l’avesse dimenticato che c’è sempre una scelta, una possibilità fra il pensare solo a se stessi, alla salvezza personale o lo scegliere di esserci per gli altri. Quando gli altri hanno più bisogno di noi. Devlet e Gazwl hanno scelto di fare il proprio dovere a rischio della stessa vita, senza pensarci, senza riflettere. Perché se ti fermi a pensare non agisci, non ci sei quando più serve a te e al prossimo. Hanno “sentito“ che il loro posto – in quei secondi supremi – fosse lì, vicino ai bimbi che non avevano altri se non loro. Oggi celebriamo il loro coraggio, in realtà celebriamo il monito e l’insegnamento impartiti a tutti noi, davanti ai quali possiamo solo inchinarci. di Fulvio Giuliani

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