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Cronache della Luna Nera

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“Cronache della Luna Nera”, una saga degna di rimanere negli annali francesi. Ecco il perché. La sua storia

Cronache della Luna Nera

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“Cronache della Luna Nera”, una saga degna di rimanere negli annali francesi. Ecco il perché. La sua storia

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“Cronache della Luna Nera”, una saga degna di rimanere negli annali francesi. Ecco il perché. La sua storia

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Il parigino François Marcela-Froideval è sempre stato uno di quei nerd davvero appassionati ai giochi di guerra e di ruolo così come a qualsiasi narrazione fantasy. Tanto che nel 1980, a ventidue anni, fonda con Didier Guiserix il magazine “Casus Belli”. Una rivista incredibile per l’epoca, dedicata esclusivamente all’astrazione ludica dei giochi di ruolo. È arrivato a questo progetto grazie a una vera e propria carriera da ludologo, cioè di esperto e studioso di giochi, che l’ha portato in breve tempo a collaborare con gli importatori francesi di questi prodotti statunitensi visti ancora con molto sospetto dal pubblico europeo.

Complice anche un certo snobismo antiamericano, i giochi di ruolo (GdR) erano spesso percepiti come il passatempo di chi non poteva fare uno sport o uscire normalmente con gli amici. Degli sfigati, insomma. D’altronde interpretare un ruolo per gioco implica la voglia di vivere la vita di qualcun altro, superando i limiti e la noia dell’esistenza quotidiana dei giocatori. Froideval però se ne frega di questi pregiudizi e fonda persino la prima Federazione francese dei giochi di simulazione tattica e strategica, facendosi notare Oltreoceano. Viene infatti chiamato da Gary Gygax, una delle menti dietro il successo del GdR “Dungeon & Dragons”, che lo vuole al suo fianco per ben quattro anni.

“Le cronache della Luna Nera”

Quando ritorna da questa ‘cattività’ americana, Froideval si trasforma in un vulcanico creatore di venti giochi da tavolo nonché sceneggiatore per videogiochi e creatore di ambientazioni per GdR. Un percorso in cui non possono mancare i fumetti, specialmente per via della loro grande importanza nel mercato editoriale francese. Così nel 1989 incontra il disegnatore franciliano Olivier Ledroit, un virtuoso capace di dipingere illustrazioni diafane e oniriche dai colori vivissimi, per dare alla luce una saga degna di rimanere negli annali francesi: “Le cronache della Luna Nera”.

Il mezzelfo oscuro protagonista di questa storia, Wismerhill (da Whispers Hill, colline mormoranti), è un antieroe atipico. Di volta in volta brigante sanguinario, avventuriero lussurioso e tiranno spietato, accresce il suo potere all’ombra di uno scontro tra entità quasi divine per il controllo del grande Impero del loro mondo. L’arcimago Haazeel Thorn della Luna Nera, una sorta di culto negromantico caratterizzato dal colore verde, mette in moto la storia profetizzando all’imperatore la fine prossima del suo regno. Questo provoca il risveglio di tutte le forze che animano il mondo sotto la Luna Nera, siano positive come i paladini della luce o più ambigue come le forze papali, sino alle forze infernali al comando di un diavolo mefistofelico. Un calderone all’apparenza kitsch, ma che permette a Froideval di spaziare su temi diversissimi mantenendo intatta la coerenza narrativa.

La ricchezza dell’ambientazione diviene presto il punto di forza di questa serie

La ricchezza dell’ambientazione diviene presto il punto di forza di questa serie, pubblicata dalla piccola casa editrice Zenda che fino a quel momento mandava in stampa soprattutto prodotti stranieri adattati in francese. Le avventure di Wismerhill – il cui bizzarro e folto gruppo di amici avventurieri stabilisce un contraltare erotico-comico alle macchinazioni machiavelliche delle fazioni in combutta o in contrasto con la magia della Luna Nera – diventano presto molto conosciute dai lettori di fumetti.

L’imprenditore Jacques Glénat, della casa editrice omonima, si accorge delle loro potenzialità e compra tutta la Zenda. “Le cronache della Luna Nera” passano così sotto il marchio Dargaud e le vendite, già in ascesa, godono di una crescita ulteriore grazie ai capitali e alla distribuzione di un grande gruppo editoriale. Froideval riesce così a pubblicare ben quattordici volumi della serie principale, conclusasi nel 2008, per poi rilanciare – come richiesto dai tantissimi fan e dall’editore stesso – una seconda serie che ha continuato a scrivere sino a quest’anno.

Il volume 23, “Qualis Pater Talis Filius”, conclude infatti le avventure a 36 anni dalla prima, ma soltanto a causa della morte dello sceneggiatore sessantaseienne, avvenuta lo scorso giugno. La sua eredità è un modello di fantasy declinato alla francese, cinico e violento ma anche sensuale e scanzonato, che ha saputo affascinare almeno due generazioni di lettori.

di Camillo Bosco

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