La magia di Mandrake
La magia di Mandrake: il mago che cambiò per sempre il fumetto dal 1934, anno della sua comparsa e brillante carriera
Prima dei supereroi, il fumetto ebbe i maghi. Oggi può stupire, ma il soprannaturale entra nel mondo della letteratura disegnata con ritardo e qualche difficoltà. Quantomeno negli Stati Uniti, gli avidi lettori di strisce e comics mostrano dapprima una predilezione per i contenuti rivolti alla satira sociale. Gli orsetti antropomorfi di James Swinnerton o lo Yellow Kid di Richard Outcault prendono in giro rispettivamente i ricchi e i poveri della società statunitense, influenzando col loro successo la produzione di emuli con temi simili nelle pagine dei quotidiani. D’altronde nei secoli precedenti i fumetti erano apparsi nei giornali come vignette satiriche dei malesseri dei governati e delle idiozie dei governanti, non stupisce quindi che il passo successivo riguardi una maggiore complessità narrativa, invece che un’esplorazione dei generi. E anche quando infine si affermano le storie di avventura, gli scontri prediligono soluzioni con cazzotti e proiettili piuttosto che con forze esoteriche.
Il mondo dell’intrattenimento non è però una serie di compartimenti stagni e all’inizio degli anni Trenta nei teatri di Saint Louis, nel Missouri, fanno furore gli spettacoli di illusionismo. Il copywriter ventitreenne Lee Falk è un fan dei prestigiatori sin da bambino e non si lascia scappare uno spettacolo, ma è soprattutto uno di loro che colpisce la sua immaginazione. Leon Giglio, conosciuto sul palco come “Mandrake il mago”, sembra infatti il prototipo dell’illusionista: alto e ammantato di un mantello sopra un’impeccabile marsina, sotto la tuba porta dei baffetti sottili ed eleganti. La sua compagna di vita è la bella assistente Narda, travestita da odalisca per fornire l’indispensabile distrazione per tutelare i trucchi dello spettacolo.
Vedendoli, Falk ha un’illuminazione. Vuole proporre ai giornali di New York una striscia a fumetti con un mago come protagonista e chiede alla coppia il permesso di usare i loro nomi e fattezze. Stringendo un patto a cui terranno fede fino alla morte, decidono tuttavia di mantenere segreta l’intesa lasciando che sia il pubblico a speculare in libertà sul rapporto tra l’intrattenitore e il fumetto. Falk chiede allora a Phil Davis – un disegnatore che collabora con la sua agenzia pubblicitaria – di disegnare una dozzina di strisce da proporre al King Features Syndicate, un importante distributore di contenuti per la carta stampata. Il viaggio newyorkese di Falk si rivela fruttuoso quando nel 1934 Mandrake e Narda iniziano una brillante carriera anche come personaggi immaginari, a cui si aggiunge un colossale servo africano di nome Lothar.
All’inizio la versione fumettistica del mago è capace di tutto: far levitare gli oggetti e se stesso, mutare la sua forma, diventare invisibile e persino resuscitare i morti. Dopo poco tuttavia Falk lo riporta a essere un illusionista capace di sconfiggere i nemici con l’ingegno e qualche trucco non troppo esagerato, rendendo più ‘credibili’ le sue avventure. Tuttavia l’elemento soprannaturale è stato ormai sdoganato e Mandrake rappresenta il punto di svolta in cui il grande pubblico accetta che si possano leggere fumetti in cui vengono infrante le leggi della fisica. Il prossimo grande passo sarà quello di Superman.
di Camillo Bosco
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