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La nascita di Sailor Moon

La nascita di Sailor Moon: come una cara amica riuscì a difendersi contro due avversarie
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Nakayoshiè la più antica rivista nipponica di manga (fumetti) destinati alle ragazze. Arriva nelle edicole nel dicembre del 1954, alle porte del boom economico giapponese, e si presenta alle lettrici come una “cara amica” (traduzione letterale del titolo) capace di intrattenerle ogni mese con le sue storie a tinte rosa. La casa editrice Kōdansha che la stampa è la più grande dell’arcipelago del Giappone e si dimostra capace di intercettare un nuovo pubblico: quello delle fan dei fumetti, in rapida espansione al pari dell’economia postbellica. Il successo però attira la concorrenza e così appena un anno dopo la rivale Shūeisha pubblica “Ribbon” (Fiocco), mentre invece nel 1977 è la Shōgakukan a lanciare “Ciao”. Si sviluppa così un’accanita guerra editoriale nel campo degli shōjo manga (fumetti per ragazze). In questa lotta a tre “Nakayoshi” perde centinaia di migliaia di copie – in particolar modo rispetto a “Ciao” – e, chiamato nel 1989 a risolvere il problema, l’editor-in-chief Yoshio Irie decide che la soluzione sia quella di distinguere le storie della sua rivista. L’interesse di quest’uomo pratico è quello di rinforzare l’appetibilità del mensile rispetto al suo target demografico e perciò pensa che il genere fantasy potrebbe essere un abbinamento interessante ai patemi amorosi o agli altri tópoi di solito percepiti come femminili. In quel momento Naoko Togashi, sotto lo pseudonimo di Naoko Takeuchi, ha già collaborato con “Nakayoshi” pubblicando nell’arco di tre anni “Natale di cioccolato”, “Maria” e “Il progetto ciliegia”. Takeuchi non fa però la mangaka (fumettista) per sbarcare il lunario: figlia di una facoltosa famiglia di gioiellieri di Kofu (città a Ovest della capitale Tokyo), è laureata in farmaceutica, guida una Porsche e si è dedicata alla carriera letteraria per pura passione. Dopo tre manga di tema e ambientazione simili è quindi assai desiderosa di approfittare della nuova libertà creativa fornitale da Irie. Quando propone un fumetto con protagonista delle donne combattenti nello spazio, il suo editor Fumio Osamo le suggerisce però di vestirle alla marinara. Forse pensa che disegnare le protagoniste con abiti che ricordano le divise delle scolare possa coinvolgere di più le giovani lettrici oppure che sia utile mantenere un’atmosfera glamour anche in un contesto di combattimenti. In ogni caso Takeuchi accoglie la suggestione e nel 1991 viene pubblicato su “RunRun” (rivista gemella di “Nakayoshi”) il primo episodio di “Codename Sailor V”, dove una ragazza tredicenne scopre di potersi trasformare in un’eroina grazie ai poteri del pianeta Venere. La storia sarà però soltanto la prova generale rispetto a “Sailor Moon”, che troverà spazio su “Nakayoshi” l’anno successivo. In questa nuova incarnazione Takeuchi darà fondo alla sua passione per l’astronomia creando un’intera squadra di combattenti vestite alla marinara, ognuna dedicata a un pianeta. Al loro comando vi sarà una ragazza goffa e impacciata i cui fantastici poteri derivano invece dalla nostra Luna: un personaggio che farà breccia nel cuore delle lettrici diventando una “cara amica” per le ragazze di ogni parte del mondo.   di Camillo Bosco

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