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Il trionfo di Conti e la critica necessaria

Impossibile resistere alla tentazione di scrivere del Festival. L’avrei voluto fare indipendentemente dai dati d’ascolto, ma non avevo voglia di aggiungermi all’ipocrisia sbandierata sino a ieri dalle parti dell’Ariston, secondo cui da Carlo Conti a scendere non si sarebbero guardati i dati Auditel

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Il trionfo di Conti e la critica necessaria

Impossibile resistere alla tentazione di scrivere del Festival. L’avrei voluto fare indipendentemente dai dati d’ascolto, ma non avevo voglia di aggiungermi all’ipocrisia sbandierata sino a ieri dalle parti dell’Ariston, secondo cui da Carlo Conti a scendere non si sarebbero guardati i dati Auditel

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Il trionfo di Conti e la critica necessaria

Impossibile resistere alla tentazione di scrivere del Festival. L’avrei voluto fare indipendentemente dai dati d’ascolto, ma non avevo voglia di aggiungermi all’ipocrisia sbandierata sino a ieri dalle parti dell’Ariston, secondo cui da Carlo Conti a scendere non si sarebbero guardati i dati Auditel

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Impossibile resistere alla tentazione di scrivere del Festival. L’avrei voluto fare indipendentemente dai dati d’ascolto, ma non avevo voglia di aggiungermi all’ipocrisia sbandierata sino a ieri dalle parti dell’Ariston, secondo cui da Carlo Conti a scendere non si sarebbero guardati i dati Auditel

Impossibile resistere alla tentazione di scrivere del Festival. L’avrei voluto fare indipendentemente dai dati d’ascolto, ma non avevo voglia di aggiungermi all’ipocrisia sbandierata sino a ieri dalle parti dell’Ariston, secondo cui da Carlo Conti a scendere non si sarebbero guardati i dati Auditel.

Bugia comprensibile, ma pur sempre un po’ troppo grossa da reggere, tant’è vero che più volte nel corso della prima serata il povero conduttore si è dovuto beccare le battute su quanto fosse impossibile tenere la ruota di Amadeus. E alla fine fa il botto e supera l’illustre predecessore, con oltre 12 milioni e mezzo di spettatori e un siderale share del 65%. Risultato francamente oltre ogni più rosea previsione e fuori dal raggio dell’intera critica.

Ascolti a parte e conservando la capacità di critica, va bene che Less Is More, ma evitare il “lesso“ non sarebbe una cattiva idea. La corsa forsennata imposta da Conti per rispettare la scaletta è figlia di un gigantismo che dal punto di vista artistico non ha gran ragione d’essere. Almeno cinque o sei delle canzoni ascoltate si sarebbero potute tranquillamente evitare, presumibilmente senza intaccare per nulla l’incredibile risultato di audience e regalando tempi più umani allo stesso padrone di casa e ai co conduttori tenuti per buona parte della serata in naftalina. 

Se qualcosa è mancato dal punto di vista spettacolare e artistico (e lo sapevamo tutti) era il Fiorello di turno. Conti il lampo di genio con Gerry Scotti l’ha pure avuto, ma se poi lo tieni compresso nelle prime due ore e comunque non particolarmente a briglia sciolta più tardi i miracoli non li fa nessuno. Delle elefantiache serate del festival, del resto, sono destinati a restare i “momenti“. Quelli di ieri sono stati indiscutibilmente Jovanotti, così come il passaggio – retorico quanto si vuole – ma dall’indiscutibile valore di Imagine e del videomessaggio di Papa Francesco. Amadeus ha avuto Sergio Mattarella all’Ariston, ma Conti può rispondere con il Pontefice e scusate se è poco.

Se poi il momento invece di essere valorizzato al massimo viene sacrificato sull’altare – è il caso di dire  – della scaletta sono scelte. Dicevamo dei “momenti”: mentre imperversava Jovanotti sul palco alzi la mano chi non ha mentalmente invocato la cessione del Festival seduta stante a questo inesauribile artista, che ha il dono di portare allegria, voglia di vivere, energia e positività ovunque si affacci. 

Quanto alle canzoni, difficile essere originali, perché le cinque premiate dalla giuria sono le migliori oltre i gusti personali. Citazione per Fedez. Se Cristicchi ha staccato tutti, ci sarà un perché (Cit.). Ha scritto con il cuore, lasciando fare alla musica ciò per cui dalla notte dei tempi segna la vita dell’uomo: dipingere emozioni. Chi va solo di mestiere, non rischia, ha paura di disturbare l’atmosfera generale si autoriduce a rumore di fondo. E ne abbiamo ascoltato tanto.

di Fulvio Giuliani

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