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Arenati (e spiagge)

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È impressionante quanto si sta scrivendo della questione spiagge, prezzi e crisi del turismo balneare.

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Arenati (e spiagge)

È impressionante quanto si sta scrivendo della questione spiagge, prezzi e crisi del turismo balneare.

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Arenati (e spiagge)

È impressionante quanto si sta scrivendo della questione spiagge, prezzi e crisi del turismo balneare.

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È impressionante quanto si sta scrivendo della questione spiagge, prezzi e crisi del turismo balneare. Quasi quanto era impressionante Riccione negli anni ‘80 (non proviamo nostalgia per lo stile, ma per il business sì…). L’ho fatto anche io, ieri, e ringrazio ogni singolo lettore e ogni commento ricevuto a un ragionamento che non esito a definire tutt’altro che geniale e originale. Quantomeno già proposto in altre stagioni estive.

Proprio questo è – a mio modesto avviso – il dato saliente: sapevamo tutto, ci illudevamo molto e adesso corriamo a scrivere più o meno le stesse cose. In verità, il turismo balneare non va così male come appare dall’analisi degli articoli delle ultime 36 ore: il problema è che andava già sufficientemente male da un bel po’. Senza che facessimo un bel niente per impedirlo.

Vedete, questo è il dramma reale, l’aspetto più rilevante di quest’estate: per qualche giorno ne parleremo tutti, dedicheremo speciali, trasmissioni, editoriali e commenti. Poi verremo presi e distratti da altro, dimenticando ombrelloni e bilanci di una stagione molto lontana dalle previsioni più positive.
Il problema in Italia è sempre uno: conosciamo la radice dei problemi e non di rado anche le soluzioni, ma non facciamo un beneamato tubo.

Perché? Perché c’è sempre una categoria da difendere, un interesse particolare superiore all’interesse generale. La paura di toccare chissà quali equilibri e di generare storture incontrollabili. Ci assuefiamo, così, a un mondo sempre uguale, salvo svegliarci di soprassalto ogni tanto e urlare allo scandalo e alla crisi.

Non stiamo peggio di giugno e non così peggio dell’agosto 2024. Sono semplicemente venuti al pettine tutti i nodi. Possiamo però anticiparvi che, dopo un pensoso e sofferto periodo, non faremo niente e fra un anno saremo qui a riscrivere le stesse cose.
Non è colpa “dei politici“: siamo noi che vogliamo trovare responsabili facili e a portata di mano e guardarci bene dal prendere decisioni difficili.

di Fulvio Giuliani

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