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Giochi e valori occidentali

A Parigi niente tripode, ma braciere in mongolfiera: un fuoco che arderà su Parigi per i prossimi 15 giorni, simbolo forte della civiltà occidentale

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A Parigi niente tripode, ma braciere in mongolfiera: un fuoco che arderà su Parigi per i prossimi 15 giorni, simbolo forte della civiltà occidentale

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A Parigi niente tripode, ma braciere in mongolfiera: un fuoco che arderà su Parigi per i prossimi 15 giorni, simbolo forte della civiltà occidentale

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A Parigi niente tripode, ma braciere in mongolfiera: un fuoco che arderà su Parigi per i prossimi 15 giorni, simbolo forte della civiltà occidentale

La fiamma olimpica si è accesa ieri, seguendo un rito tutto sommato sempre uguale, ferme restando le variazioni puramente stilistiche. A Parigi, niente tripode, ma braciere in mongolfiera. Retorico? Senza ombra di dubbio. Buonista? Anche, almeno in parte. Eppure potente, a dispetto di tempi che si vorrebbero smaliziati e spesso sono solo cinici e superficiali.

Quel fuoco che per i prossimi 15 giorni arderà su Parigi è fra i simboli più forti della civiltà occidentale. Veniva acceso dai greci, durante i Giochi dell’antichità, per non essere mai spento lungo tutto il periodo che portava anche alla sospensione delle guerre. Sempre frequenti fra le Poleis elleniche, ultra civilizzate per i tempi eppure così rissose.
Oggi, la tregua olimpica è solo una pia illusione, un vuoto appello del Papa e dei capi di Stato e di governo di questa parte di mondo, che dittatori di ogni risma e genere si affannano a descrivere come decadente e irresoluto.

Infatti ci attaccano: sabotando ieri le ferrovie francesi hanno attaccato tutti noi e non ci vuole James Bond per immaginare chi ci possa essere dietro. Vecchia storia cercare in tutti modi di sabotare l’Occidente liberale. Accadeva solo poche decine di anni fa, quando altri autocrati spietati e senza dignità scommisero sulla fine degli ideali democratici. Fallirono ignominiosamente.

Oggi, il più bellicoso e isolato dei dittatori dei nostri tempi, Vladimir Putin, arriva a oscurare le Olimpiadi nella madre Russia, ignorando la partecipazione degli atleti russi a titolo personale.

A Parigi, ci sono eccome i cinesi, che da un bel po’ hanno capito quanto le Olimpiadi possano essere una spettacolare opportunità di propaganda e sfida geopolitica alla potenza americana.
Non c’è solo il caso di scuola di Berlino 1936, prime Olimpiadi organizzate secondo parametri professionali con il solo scopo di sfruttarne tutto il potenziale comunicativo e simbolico. Roma 1960 e Tokyo 1964 riposizionarono definitivamente Italia e Giappone nella cartina geografica del mondo, dopo le vergogne della seconda guerra mondiale. Mosca 1980 e Los Angeles 1984 affermarono i rispettivi ruoli delle superpotenze in quelle due edizioni segnate dai boicottaggi. Pechino 2008 fu una celebrazione cinese a tutto tondo, come già accennato.

Le Olimpiadi, insomma, sono una tensione perenne fra il mondo come vorremmo che fosse e il mondo com’è, ma anche la prova che i valori della democrazia, della libertà, della felice diversità e dell’incrociarsi di etnie e culture restano vincenti. Tanto è vero che i regimi fanno di tutto per oscurare il mondo della libertà e quando sono loro a organizzare i Giochi finiscono per scimmiottare le democrazie o per concedere temporaneamente alcuni di quei diritti che in condizioni normali vengono vissuti come fumo negli occhi.

Ecco perché ogni volta che la fiamma olimpica torna ad accendersi a essere illuminati sono i valori su cui il nostro mondo è stato edificato nei secoli.

di Fulvio Giuliani

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