L’Italia che produce
L’Italia ha dovuto fare i conti con la sorpresa negativa del -0,3% del Pil 2023. Ma anche una disoccupazione in costante discesa
Soltanto 48 ore fa l’Italia ha dovuto fare i conti con la sorpresa negativa del -0,3% fatto segnare dal Prodotto interno lordo nel terzo trimestre del 2023. Un risultato negativo, peraltro seguito alla sorpresa positiva della crescita del +0,6% fra gennaio e marzo di quest’anno.
A giugno, mentre si concludeva un trimestre di oggettivo rallentamento della nostra economia, la disoccupazione frenava e l’occupazione saliva. Rispettivamente, in Italia la disoccupazione è scesa del -7,4% (-0,2 rispetto al mese precedente), quella giovanile del -21,3% (-0,4), mentre l’occupazione è cresciuta del +0,3%, pari a 82mila unità. È aumentata sia fra gli uomini che fra le donne e in tutte le fasce d’età. Fa eccezione soltanto il lavoro autonomo, in flessione.
Il mercato del lavoro si è dunque confermato globalmente dinamico e in ripresa, anche a fronte di un’oggettiva perdita di spinta del comparto produttivo. Una realtà non esclude l’altra, piuttosto ci ricorda l’estrema complessità di un moderno Paese industriale. Suggerisce di evitare scontri ideologici sul +0,6% di inizio anno o sul -0,3%, di osservare con attenzione le criticità e non spingerle sotto il tappeto.
Il nostro tasso di disoccupazione resta dell’1% superiore alla media Ue (quella giovanile lo supera di sette punti), restando il terzo peggiore dei 27. Le citate difficoltà del lavoro autonomo non sono da sottovalutare e testimoniano un affanno nelle occupazioni più dinamiche ed esposte ai mutamenti del mercato.
di Marco Sallustro