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Venezia dia il benvenuto ai miliardari

Dunque serve che ci facciamo sentire anche noi: cari miliardari, vi aspettiamo a braccia aperte. Se a Venezia non c’è più posto, vi ospitiamo noi altrove

Il manifesto è appeso lungo una delle affollate calli di Venezia: “No space for Bezos”. E non è stato l’unico: “Organizziamo la nostra riposta al matrimonio di Jeff Bezos!” recita un altro, parlando di giornate di resistenza comune e dando appuntamento a un’assemblea pubblica a Rialto. Si è formato un comitato, un po’ se ne è parlato, un po’ se ne parlerà ancora almeno fino al momento delle nozze (previste fra il 24 e il 26 giugno). Il fondatore di Amazon convolerà a nozze con la giornalista texana Lauren Sanchez proprio in laguna e per la cerimonia non si baderà a spese.

Grandi feste e ricevimenti per gli oltre 250 ospiti (numeri comunque in linea con una cerimonia media del Sud Italia). Tra gli ospiti anche Leonardo Di Caprio, Lady Gaga e Oprah. Il tutto però ha scatenato l’indignazione di alcuni cittadini che hanno organizzato una mobilitazione e appeso uno striscione sul campanile di San Giorgio con una croce rossa sopra il nome di Bezos (striscione che si spera non abbiano ordinato su Amazon).

Non solo: ora gli attivisti (si possono chiamare così?) promettono nuove battaglie da qui alle nozze: «Gli impediremo di arrivare in chiesa». Insomma questo matrimonio non s’ha da fare (almeno in laguna). Venezia non è in vendita, dicono. Come però ricorda Ferruccio De Bortoli sul “Corriere della Sera”, in effetti gran parte della città sì che è stata venduta, anche dai concittadini di quei residenti che ora strillano dai vicoli di una città che fa soldi con i turisti, anche se non miliardari, tutti i giorni di tutto l’anno.

Attenzione infatti a non pensare che l’intera città sia contro i miliardari. Perché se è vero che gli anti Bezos sono riusciti ad avere spazio nei telegiornali di questi giorni, sono altrettanti e anche di più quelli che un turismo di questo tipo non lo disdegnano affatto. Perché ci fanno soldi e mica pochi. Pur considerando l’ormai banale ma vera considerazione per cui di veneziani a Venezia ne sono rimasti pochi, quelli che ci fanno affari sono ben felici di accogliere il signor Amazon in laguna.

Diversi dei migliori alberghi della città sono stati interamente riservati e in questi giorni si sprecano gli articoli su abiti di lusso, bomboniere, ricevimenti e quant’altro di extralusso sarà previsto alle nozze. E di male, di preciso, cosa c’è? Se ancora questo Paese vive di turismo, chi ha soldi da spendere dev’essere il benvenuto.

Dunque serve che ci facciamo sentire anche noi: cari miliardari, vi aspettiamo a braccia aperte. Se a Venezia non c’è più posto, vi ospitiamo noi altrove. Si unirebbero alla contro-protesta, ne siamo certi, anche quelli che con il matrimonio di Bezos e consorte avranno da guadagnare e che stanno già preparando pranzi, cene, trasporti, abiti, bomboniere. Peccato che – loro sì – debbano lavorare.

di Luigi Santarelli

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