E venne la realtà
In politica un approccio ideologico non può mai dimenticarsi della realtà. Regola non scritta ma osservata e dimostrata dalla prima volta di Giorgia Meloni a Bruxelles, che dovrebbe tranquillizzare anche Virginia Raggi dopo la sua ultima sbandata: “Non ti perdoneranno nulla, perché sei una donna”.
Vorremmo tranquillizzare l’ex sindaco di Roma Virginia Raggi: nel giudizio sul lavoro della presidente del Consiglio il genere non c’entra veramente nulla. Così come nulla ha pesato nella valutazione sul suo operato, politicamente e amministrativamente imbarazzante e non certo perché stiamo parlando del primo sindaco donna della capitale d’Italia.
Partiamo dall’ennesima uscita sballata della esponente del Movimento Cinque Stelle (“non ti perdoneranno nulla, perché sei una donna”) per sottolineare ancora l’estrema delicatezza delle mosse che attendono Giorgia Meloni e l’inutilità di un approccio ideologico. Strettamente politico o su una questione femminile che nella circostanza crediamo la prima a respingere con assoluta risolutezza sia lo stesso capo del governo, poco cambia.
Ieri, peraltro, con l’eccezione della cena con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, Giorgia Meloni ha incontrato due donne, nella prima presa di contatto con i vertici dell’Unione Europea. Solo una curiosità statistica, per carità, ma giusto per rispondere all’idea della politica e del lavoro di Virginia Raggi. La questione del lavoro femminile, delle pari opportunità per le donne è faccenda serissima e da cui dipende buona parte dello sviluppo della nostra società, ma non va confusa con le scelte politiche del nuovo governo e di sicuro su queste ultime ha un’influenza pari a zero.
Come avevamo agevolmente anticipato, quando ieri si è trattato di affrontare i temi di assoluto rilievo nell’agenda nazionale e internazionale, Giorgia Meloni ha messo da parte un bel po’ se non tutte le parole identitarie e d’ordine degli ultimi giorni.
Sulla crisi energetica, ha fatto riferimento al modello Sure, il fondo europeo creato in pieno lockdown per sostenere i lavoratori colpiti dalla crisi pandemica. Un modello profondamente legato alla solidarietà comunitaria nella gestione delle crisi e la presidente del Consiglio ha fatto riferimento anche a nuovo debito comune europeo.
Sull’emigrazione Giorgia Meloni ha parlato di “difesa dei confini esterni dell’Unione”, che esclude un approccio “sovranista” dell’Italia al problema. L’inciampo sulle navi e l’irritazione della Germania ricordano che un simile tema non si potrà mai risolvere arroccandosi in posizioni e dichiarazioni buone a galvanizzare i fanatici del populismo, ma del tutto controproducenti quando si tratta di lavorare sul serio.
Di Fulvio Giuliani
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