Lucarelli, il silenzio è d’oro
Il circolo vizioso di Selvaggia Lucarelli, criticata sui social perché apparsa in tv dopo la morte della madre. Ma lamentarsi non ha senso se le polemiche le si alimentano.
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Lucarelli, il silenzio è d’oro
Il circolo vizioso di Selvaggia Lucarelli, criticata sui social perché apparsa in tv dopo la morte della madre. Ma lamentarsi non ha senso se le polemiche le si alimentano.
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Lucarelli, il silenzio è d’oro
Il circolo vizioso di Selvaggia Lucarelli, criticata sui social perché apparsa in tv dopo la morte della madre. Ma lamentarsi non ha senso se le polemiche le si alimentano.
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Il circolo vizioso di Selvaggia Lucarelli, criticata sui social perché apparsa in tv dopo la morte della madre. Ma lamentarsi non ha senso se le polemiche le si alimentano.
Chi con i social ci lavora dovrebbe conoscerne perfettamente i meccanismi. E, almeno in certi casi, evitare di cadere nella trappola del rispondere sempre e comunque. Come nel caso di quanto successo a Selvaggia Lucarelli, criticata per aver scelto di essere a “Ballando con le stelle” nonostante fosse appena morta la mamma, che si era ammalata di Covid. Il lutto va rispettato, chiunque riguardi, così come la scelta di viverlo in un modo oppure nell’altro. Certo era chiaro che su un personaggio di questo tipo, che usa i social per attaccare, gli hater si sarebbero scatenati. Come infatti è successo.
Qualcuno realmente può dirsi sorpreso dalla cosa? Accade anche con personaggi molto meno conosciuti e discussi della Lucarelli. Però è un circolo vizioso, non se ne esce ed è un continuo rincorrersi di commenti sempre più sgradevoli. Invece ci sono circostanze in cui il silenzio è la miglior risposta, in cui non ribattere sancisce un limite che altrimenti online pare non esistere. Quello del rispetto di momenti di dolore, che come tutto il resto finiscono in pasto a un tritacarne senza senso.
Però non ha senso lamentarsi finché lo si alimenta. È un principio che vale sempre, in Rete. Visto che poi c’è chi si fa scudo del poter parlare senza metterci la faccia. Pur vero è che i primi a capirlo dovrebbero essere coloro che quegli strumenti li utilizzano per lavoro. O per scatenare a loro volta polemiche. Altrimenti lamentarsi quando succede a te finisce per essere assolutamente inutile.
di Annalisa Grandi
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