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Occhio per occhio e tutto il mondo diventa cieco

Il 30 novembre del 1786 il Granducato di Toscana fu il primo al mondo ad abolire la pena di morte. L’iniziativa “Cities of life” si batte per abolire questa pratica ancora diffusa in molti Paesi. Negli Usa solo due settimane fa l’ultima esecuzione.
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Occhio per occhio e tutto il mondo diventa cieco

Il 30 novembre del 1786 il Granducato di Toscana fu il primo al mondo ad abolire la pena di morte. L’iniziativa “Cities of life” si batte per abolire questa pratica ancora diffusa in molti Paesi. Negli Usa solo due settimane fa l’ultima esecuzione.
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Occhio per occhio e tutto il mondo diventa cieco

Il 30 novembre del 1786 il Granducato di Toscana fu il primo al mondo ad abolire la pena di morte. L’iniziativa “Cities of life” si batte per abolire questa pratica ancora diffusa in molti Paesi. Negli Usa solo due settimane fa l’ultima esecuzione.
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Il 30 novembre del 1786 il Granducato di Toscana fu il primo al mondo ad abolire la pena di morte. L’iniziativa “Cities of life” si batte per abolire questa pratica ancora diffusa in molti Paesi. Negli Usa solo due settimane fa l’ultima esecuzione.
Il 30 novembre del 1786 l’Italia fu il primo Paese al mondo ad abolire la pena di morte, grazie a Pietro Leopoldo Granduca di Toscana. In quel giorno infatti veniva varato un nuovo codice penale, che cancellava definitivamente la pena capitale. Una data riconosciuta come pietra miliare dei diritti delle persone e altresì storica per l’ordinamento penale europeo e mondiale, come anche ricordato dal Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli.  E proprio per questo la Comunità di Sant’Egidio ha scelto questa data per lanciare l’iniziativa “Cities of Life” con lo scopo di combattere la pena di morte nel mondo. Per l’occasione sono stati organizzati incontri, dibattiti, tra cui un webinar intitolato “No Justice without life” (Nessuna giustizia senza vita). La giornata, che ha visto l’adesione di oltre 2000 città in tutto il mondo, si concluderà questa sera con l’illuminazione straordinaria del Colosseo. Attualmente la pena di morte è ancora in vigore in 55 Paesi al mondo. Secondo un report del 2020 di Amnesty International  la pena di morte è stata applicata come strumento coercitivo in diversi Paesi per ragioni differenti: in Vietnam è strumento di repressione per reati di droga, in Iran è usata contro dissidenti o membri di minoranze etniche. In Cina, come nella Corea del Nord, è difficile stabilire il numero esatto dei condannati a morte perché si tratta di informazioni secretate, anche se è sfuggita quella che ha riguardato un giovane studente condannato a morte per aver importato una copia della serie Netflix, Squid Game, prodotto e girato in Corea del Sud; nel 2020 l’Egitto ha triplicato le sentenze di morte mentre l’Iraq in un solo giorno ha effettuato un’esecuzione di massa uccidendo 21 persone. E poi Sudan del Sud, Arabia Saudita, Somalia. In tutto nel 2020 ci sono state 483 esecuzioni.  Solo due settimane fa, negli Stati Uniti, un uomo è stato ucciso tramite iniezione letale per aver ucciso la moglie, rea di averlo denunciato per aver tentato di violentare la figlia. Era dal 2012 che nello stato del Mississippi non veniva eseguita una sentenza di morte.  Difficile giudicare chi, parte lesa, trova riscatto attraverso la vendetta. Mahatma Ghandi era solito dire “Occhio per occhio e tutto il mondo diventa cieco”. Aveva ragione ma era pur sempre Ghandi. di Claudia Burgio

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