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Giochi europei. Italia oro fioretto maschile

“Si deve continuare a vincere”, parla Daniele Garozzo

Giochi Europei: l’Italia è oro nel fioretto maschile a squadre grazie agli azzurri Garozzo, Macchi, Marini e Foconi. Intervista a Daniele Garozzo
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“Si deve continuare a vincere”, parla Daniele Garozzo

Giochi Europei: l’Italia è oro nel fioretto maschile a squadre grazie agli azzurri Garozzo, Macchi, Marini e Foconi. Intervista a Daniele Garozzo
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“Si deve continuare a vincere”, parla Daniele Garozzo

Giochi Europei: l’Italia è oro nel fioretto maschile a squadre grazie agli azzurri Garozzo, Macchi, Marini e Foconi. Intervista a Daniele Garozzo
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Giochi Europei: l’Italia è oro nel fioretto maschile a squadre grazie agli azzurri Garozzo, Macchi, Marini e Foconi. Intervista a Daniele Garozzo
Un filo, anzi una stoccata che unisce Cracovia e Milano. Dagli Europei in Polonia ai Mondiali, per di più casalinghi, con un mantra, un dogma: vincere, vincere ancora. Per l’Italia c’è stata una pioggia di ori, di podi. E non è ancora finita.
 
Daniele Garozzo ha vinto da qualche ora l’oro a squadre nel fioretto maschile agli Europei polacchi assieme a Filippo Macchi, Tommaso Marini e Alessio Foconi. Ha già rivisto più volte la prova finale, ha evidenziato con la matita rossa passato gli errori compiuti, nonostante il trionfo. “Non va lasciato nulla al dettaglio, sono un perfezionista, nei dettagli si vince, specie ora che la scherma cambia di continuo e la scuola europea si ritrova avversari internazionali. Se il lotto dei migliori si allarga, bisogna essere pronti”.
 
Vincere significa rinverdire una tradizione trentennale di successi. In questo percorso il fiorettista siciliano è passato dalla dimensione di talento a campione. “In Nazionale c’è il giusto mix di giovani e campioni, c’è tanta competizione, così si alza il livello”, racconta Garozzo, che è diventato un riferimento per le nuove generazioni, nonostante abbia appena 31 anni. “Sono dell’avviso che il gap con gli avversari si stia riducendo sempre più anche perché i maestri italiani allenano all’estero, esportando le nostre conoscenze. In questo percorso al vertice anche la scuola italiana, la scuola classica, si deve aggiornare per restare al vertice. Si deve continuare a vincere, con la consapevolezza che il pacchetto di medaglie vinte a Barcellona 1992 o Atlanta 1996 resterà un’esperienza irripetibile. Il livello si è alzato, così come il lotto dei competitor”.
 
Vincere, appunto. Una necessità, una forma mentis per i campioni della scherma italiana. Soprattutto ai Mondiali di casa: in pedana a Milano, dal 22 al 30 luglio. “Voglio godermela, le Olimpiadi sono la prova della vita ma i Mondiali in casa capitano davvero una sola volta – si esalta Garozzo – Voglio tirare e godermela, divertirmi e vincere. Insomma, voglio tutto”.
Di Nicola Sellitti

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