Tim crolla in Borsa
Dopo che giovedì erano crollate del 24%, venerdì le azioni di Tim non si sono riprese. I conti non tornano e il mercato ne ha preso atto, bruciando un quarto del valore
Tim crolla in Borsa
Dopo che giovedì erano crollate del 24%, venerdì le azioni di Tim non si sono riprese. I conti non tornano e il mercato ne ha preso atto, bruciando un quarto del valore
Tim crolla in Borsa
Dopo che giovedì erano crollate del 24%, venerdì le azioni di Tim non si sono riprese. I conti non tornano e il mercato ne ha preso atto, bruciando un quarto del valore
Dopo che giovedì erano crollate del 24%, venerdì le azioni di Tim non si sono riprese. I conti non tornano e il mercato ne ha preso atto, bruciando un quarto del valore
Dopo che giovedì erano crollate del 24%, venerdì le azioni di Tim non si sono riprese. I conti non tornano e il mercato ne ha preso atto, bruciando un quarto del valore. Il maggiore azionista, i francesi di Vivendi con poco più del 23%, hanno svalutato la loro quota. Mentre il secondo azionista, la Cassa depositi e prestiti con poco meno del 10%, tace e incassa la perdita.
Si può ragionare sul perché il piano presentato dalla società non abbia convinto (il titolo precipitava proprio mentre l’amministratore delegato stava parlando), ma resta il fatto: Tim ha sul groppone un debito enorme, nato e cresciuto dopo la scalata dei “capitani coraggiosi” che scaricarono sulla società i soldi che non avevano per scalarla. Ha deciso di vendere la rete – e anche in questa operazione ci saranno capitali pubblici – ma l’incasso non fa scendere abbastanza il debito. Così la sorte è segnata.
Resterà nella Storia come un’operazione da manuale su come si distrugge una multinazionale profittevole e poco indebitata.
di Sonia Falleri
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Tag: Italia
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