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elezioni portogallo

Stabilità e nuovi liberali

Domenica in Portogallo si sono svolte le elezioni anticipate. L’esito delle urne è stato chiaro: gli elettori sono stufi delle lotte tra i partiti ed esigono un governo affidabile per gestire al meglio i fondi europei.
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Stabilità e nuovi liberali

Domenica in Portogallo si sono svolte le elezioni anticipate. L’esito delle urne è stato chiaro: gli elettori sono stufi delle lotte tra i partiti ed esigono un governo affidabile per gestire al meglio i fondi europei.
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Domenica in Portogallo si sono svolte le elezioni anticipate. L’esito delle urne è stato chiaro: gli elettori sono stufi delle lotte tra i partiti ed esigono un governo affidabile per gestire al meglio i fondi europei.
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Domenica in Portogallo si sono svolte le elezioni anticipate. L’esito delle urne è stato chiaro: gli elettori sono stufi delle lotte tra i partiti ed esigono un governo affidabile per gestire al meglio i fondi europei.
“Chi semina vento, raccoglie tempesta”. Il proverbio si addice a quanto accaduto all’estrema sinistra portoghese. Dopo aver consentito – con l’appoggio esterno – al socialista Antonio Costa di governare per sei anni il Portogallo, a fine autunno i comunisti e i concorrenti del Blocco di Sinistra hanno votato per futili motivi contro la legge finanziaria 2022, provocando le elezioni anticipate che si sono svolte appunto domenica. Ne sono usciti decimati, con i comunisti che hanno perso la metà dei seggi parlamentari e i vicini del Blocco addirittura i tre quarti. L’astensione è stata molto elevata – anche perché un decimo della popolazione è in isolamento profilattico a causa di Covid Omicron – ma gli elettori hanno espresso un messaggio netto: basta con le ‘baruffe chiozzotte’ tra i partiti, vogliamo un governo stabile capace di gestire i fondi europei con ragionevolezza. La metà dei seggi persi dall’estrema sinistra è stata recuperata dai socialisti, che hanno ora la maggioranza assoluta nel Parlamento monocamerale. L’altra metà dei seggi perduti… è finita al partito populista di destra Chega! (il cui nome in italiano si traduce con Basta!), costituito due anni fa da un giovane dissidente social-democratico. La stampa europea dedica molta preoccupata attenzione all’emergere di una destra populista portoghese, memore del quarantennio di regime autoritario del secolo scorso in terra lusitana, ma la novità più interessante di questa tornata elettorale sta a mio parere nell’arrivo sul proscenio politico di una formazione liberale. Iniziativa Liberale, una forza nata recentemente per iniziativa di personalità della società civile, ha ottenuto un rispettabile 5% dei voti, con punte del 10% nelle grandi città e 8 seggi in Parlamento. I liberali portoghesi essenzialmente chiedono meno tasse, in un Paese con le aliquote fra le più alte d’Europa, meno burocrazia e la drastica diminuzione dei lacci e lacciuoli che mantengono stagnante l’economia. «Questo risultato – ha detto il leader liberale João Cotrim de Figueredo – mostra che è possibile raccogliere voti senza populismo o estremismo, con proposte ragionevoli». Auguri dunque ai ‘ragionevoli’ portoghesi, che hanno ora quattro anni di tempo, sotto governo socialista, per gettare stabili radici in terra lusitana. di Ottavio Lavaggi

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