Donald Trump alla convention di Milwaukee: “Dio mi ha salvato. Riporteremo la pace. Al via la più grande deportazione della nostra storia”
90 minuti di ovazione per The Donald, durante il suo discorso di accettazione della nomination. Oggi la prima telefonata con Zelensky, dopo tre anni dall’inizio del conflitto
Donald Trump alla convention di Milwaukee: “Dio mi ha salvato. Riporteremo la pace. Al via la più grande deportazione della nostra storia”
90 minuti di ovazione per The Donald, durante il suo discorso di accettazione della nomination. Oggi la prima telefonata con Zelensky, dopo tre anni dall’inizio del conflitto
Donald Trump alla convention di Milwaukee: “Dio mi ha salvato. Riporteremo la pace. Al via la più grande deportazione della nostra storia”
90 minuti di ovazione per The Donald, durante il suo discorso di accettazione della nomination. Oggi la prima telefonata con Zelensky, dopo tre anni dall’inizio del conflitto
90 minuti di ovazione per The Donald, durante il suo discorso di accettazione della nomination. Oggi la prima telefonata con Zelensky, dopo tre anni dall’inizio del conflitto
È durato 90 minuti il tanto atteso discorso di accettazione della nomination di The Donald alla Convention di Milwaukee, seguito dall’ovazione della platea dei delegati e da una pioggia di palloncini rossi, bianchi e blu (i colori della bandiera americana) sulle note dell’aria “Nessun dorma” della Turandot di Puccini (con il finale “Vincerò, vincerò”). Uno spettacolo plateale moderato da un tycoon insolitamente “pacato” e “più conciliante”: “Vedete, sono cambiato”, ha detto ai delegati dopo aver firmato i documenti ufficiali per la sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali.
Nonostante il cambio di toni, le promesse elettorali non sono cambiate. Trump ha infatti assicurato che tra le sue prime iniziative una volta tornato nello studio ovale ci saranno il “riportare in auge il sogno americano”, l’abbassamento delle tasse e l’unificazione politica degli Stati Uniti, nel segno di “una nazione, un popolo”. Tanto da promettere la “più grande deportazione della storia Usa”, sottolineando che i confini saranno attraversati solo legalmente: “Metterò fine alla crisi dell’immigrazione illegale chiudendo il nostro confine e finendo il muro”, ha dichiarato.
Trump ha poi rimarcato quanto successo sabato scorso: “Mi sono sentito molto al sicuro, perché avevo Dio al mio fianco”, ha affermato dopo aver baciato la divisa – che lo affiancava sul palco – appartenuta a Corey Comperatore, il pompiere morto nell’attentato. Il tycoon ha poi alzato il tiro sulla politica estera, presentandosi come un uomo di pace e sottolineando come sotto la sua presidenza la Russia non ha invaso l’Ucraina. L’agenzia Reuters ha anche riferito di una possibile telefonata tra Trump e il presidente Zelensky: la prima in 3 anni dall’inizio del conflitto, che secondo la Cnn sarebbe in programma proprio oggi.
Sul conflitto tra Israele e Hamas, Trump ha ricordato come Tel Aviv abbia subito “il peggiore attacco della sua storia” e ha avvertito: “Al mondo intero, dico questo: vogliamo i nostri ostaggi, ed è meglio che tornino prima che io assuma l’incarico, altrimenti pagherete un prezzo molto alto. Ripristineremo la pace in America e nel mondo e metteremo fine ad ogni singola crisi internazionale che è stata creata dall’amministrazione in carica”.
Di Claudia Burgio
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