Ore 21.40 Errigo, Volpi, Favaretto (e Palumbo), è argento a colpi di fioretto. Il metallo più pregiato purtroppo non è arrivato, ed era atteso, anzi di più. Arianna Errigo aveva detto che era la gara della vita per il trio azzurro. C’era da eguagliare il trionfo della spada femminile a squadre, in ogni caso la scherma italiana prova a reggere il colpo, anche se ha patito difficoltà che non si vedevano da decenni. In pedana contro gli Stati Uniti, dopo aver superato il Giappone in semifinale, le azzurre ce l’hanno messa tutta per riscattare le negative prove individuali. Ma le americane si sono mostrate forse più fresche, sicuramente più determinate per arrivare in vetta al mondo. A partire da Lee Keefer, oro nell’individuale qui a Parigi e anche ai Giochi di Tokyo, tre anni fa. Hanno sempre fatto gara di testa. Eppure Alice Volpi (ha chiuso con saldo positivo di stoccate in tutta la gara) era riuscita a recuperare uno svantaggio di cinque stoccate nelle prime fasi degli assalti, riportando le azzurre in scia alle statunitensi. E poi è toccato ad Arianna Errigo, portabandiera della spedizione azzurra e alla quarta Olimpiade, cinque volte in fila iridata, a far sentire il peso delle sue stoccate. In ogni caso, è la 16esima medaglia azzurra, la settima d’argento. Si è stabilmente nella top ten del medagliere. Ma c’è un po’ di delusione, inutile nascondersi.

Ore 18.30 Dieci minuti di assoluta gloria azzurra. Dopo De Gennaro nel kayak, ecco il quinto oro italiano nel judo femminile, categoria 78 kg con Alice Bellandi. Mancava la medaglia del judo da Rio de Janeiro 2016, alla quarta finale femminile nella storia del judo femminile ai Giochi, la nona complessiva. Una prestazione straordinaria per Bellandi, che si è esibita davanti alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e al presidente del Coni, Giovanni Malagò.

Ore 18.20 Il medagliere azzurro si muove, eccome, nonostante alcune discipline stiano raccogliendo meno del previsto. Nella canoa Slalom Giovanni De Gennaro centra la gara della sua vita, la gara dell’oro olimpico: il campione d’Europa in carica scrive un pezzo di storia, finendo davanti ad altri fuoriclasse come il campione olimpico di Rio de Janeiro 2016. E’ il quarto oro per la spedizione azzurra ai Giochi parigini. In attesa del potenziale quinto, questa sera dal fioretto a squadre femminile.

Ore 16.45 Musetti in forma olimpica. Il numero 16 al mondo batte anche Aleksander Zverev (in due set) e raggiunge la semifinale, allietando con una prestazione superba il pubblico sui campi del Roland Garros, dove si tiene il torneo a cinque cerchi. Ora l’asso italiano attende con ogni probabilità – di nuovo – Novak Djokovic (atteso dalla sfida con il greco Tsitsipas), che ha affrontato in semifinale poco più di due settimane fa a Wimbledon. Dall’erba alla terra, compresa la finale raggiunta la scorsa settimana a Umago, in Croazia. Il braccio di Lorenzo Musetti è in ritmo ormai da mesi e la testa è diventata solida, come mai in passato. Se n’è accorto il tedesco Zverev, campione olimpico in carica. Così Musetti eguaglia il risultato centrato 40 anni fa da un altro illustre talentuoso, Paolino Canè, nel 1984 ai Giochi olimpici di Los Angeles.

Prima dell’esibizione stellare di Musetti c’è stato il duo Errani-Paolini che ha raggiunto la semifinale del doppio femminile. Insomma, ci sono prospettive di medaglia, nonostante nel maschile sia mancato Jannik Sinner e nel femminile Jasmine Paolini si sia fermata agli ottavi di finale. Ma questa allo stato attuale è la forza del tennis italiano: un movimento che produce risultati a getto continuo. Ora le medaglie sono a un passo. Devono crederci, come ci crediamo noi. due ace ha preso il comando del game e ha chiuso il match. Magnifico.

Ore 16.30 Al Gran Palais il quartetto azzurro del fioretto femminile ha centrato la qualificazione alla finale della prova a squadre dove, alle ore 20.30, se la vedrà con gli Stati Uniti

ore 12:40 Una quarantina di secondi mal contati, un paio di pugni presi al volto, poi il ritiro immediato, nello sconcerto generale. Si risolve così l’atteso incontro di pugilato, categoria 66 kg, tra Angela Carini e l’algerina Imane Khelif. Un incontro destinato a fare storia, anche per tutto quello che si porterà dietro. “Non me la sono più sentita di combattere dopo il primo minuto. Ho iniziato a sentire un dolore forte al naso, non è da me arrendermi, è proprio perché non ci riuscivo, ho detto basta e messo fine al match”, ha detto Carini a fine match.

Prima del ritiro, si è notato il labiale della boxeur italiana all’allenatore (“Mi fa troppo male”), poi non ha rivolto neppure il saluto all’avversaria, che così avanza ai quarti di finale. La decisione dell’atleta italiana è parsa anche un gesto “politico” per le polemiche che si porta dietro da diverse ore. Khelif infatti soffre di iperandroidismo (produzione eccessiva di testosterone), lo scorso anno ai Mondiali era stata esclusa dalla competizione, risultando oltre i livelli consentiti di testosterone. Ai Giochi tutto in regola: ha diritto a prendere parte alle competizioni come donna, avendo superato i test d’idoneità di genere, test noti come di verifica del sesso. Certo, stride la distanza tra la decisione del Cio e dei Mondiali del 2023. Lo stesso caso vale per la taiwanese Lin Yu-tin, esclusa dai Mondiali e che domani affronterà l’uzbeka Turdibekova.

“Mi dispiace ancora di più, mi ero emozionata ieri quando ha scritto “combatterò” perché in queste cose sicuramente conta anche la dedizione, la testa e il carattere. Però poi conta anche il poter competere ad armi pari e questa, dal mio punto di vista, non era una gara pari”, ha commentato subito il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in visita a Casa Italia a Parigi. In precedenza, Meloni aveva ribadito la sua contrarietà alla decisione del Cio di ammettere Khelif alle gare, mentre lo stesso Comitato olimpico aveva parlato di “caccia alle streghe”, mentre in Italia il caso è diventato politico.

di Nicola Sellitti

ore 11:00 – Un inizio triste per il team Italia, impegnata nella sesta giornata dei Giochi olimpici di Pari2024: Massimo Stano quarto nella 20 km di marcia, sfiorando il podio per un solo secondo. Ritiro invece per l’altro oro olimpico a Tokyo2020, Antonella Palmisano che dopo 13 km di gara si è accasciata in lacrime contro le transenne al quattordicesimo chilometro di gara.