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Musetti bronzo è storia

Paris2024, giorno 8 – Dopo 100 anni Musetti scrive la storia del tennis italiano. Oro di Maggetti nel windsurf. Delusione Fabbri

Un bronzo che vale platino, Musetti batte il canadese Auger Aliassime e sale sul podio olimpico. Oro di Maggetti nella finale di windsurf. L’Italia è ora a quota 19 medaglie: 6 ori, 8 argenti e 5 bronzi.

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Paris2024, giorno 8 – Dopo 100 anni Musetti scrive la storia del tennis italiano. Oro di Maggetti nel windsurf. Delusione Fabbri

Un bronzo che vale platino, Musetti batte il canadese Auger Aliassime e sale sul podio olimpico. Oro di Maggetti nella finale di windsurf. L’Italia è ora a quota 19 medaglie: 6 ori, 8 argenti e 5 bronzi.

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Paris2024, giorno 8 – Dopo 100 anni Musetti scrive la storia del tennis italiano. Oro di Maggetti nel windsurf. Delusione Fabbri

Un bronzo che vale platino, Musetti batte il canadese Auger Aliassime e sale sul podio olimpico. Oro di Maggetti nella finale di windsurf. L’Italia è ora a quota 19 medaglie: 6 ori, 8 argenti e 5 bronzi.

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Un bronzo che vale platino, Musetti batte il canadese Auger Aliassime e sale sul podio olimpico. Oro di Maggetti nella finale di windsurf. L’Italia è ora a quota 19 medaglie: 6 ori, 8 argenti e 5 bronzi.

Ore 21.34 E’ un bronzo che vale platino, perché dopo 100 anni è il primo metallo del tennis italiano ai Giochi olimpici. Lo ha centrato Lorenzo Musetti, che ha battuto il canadese Auger Aliassime dopo tre set tiratissimi, ricchi di colpi spettacolari e passaggi a vuoto, un po’ la sintesi della carriera – fino a qualche mese fa – del talentuoso tennista italiano, che ha messo da parte la delusione per la sconfitta di ieri con Djokovic. E’ la medaglia numero 19 per l’Italia, la metà del fatturato azzurro a Tokyo 2020.
La medaglia di bronzo di Musetti sigilla il sentimento che unisce il tennis all’Italia. E fa salire, se possibile, il rimpianto per l’assenza del numero uno al mondo: Sinner avrebbe potuto essere al posto di Djokovic o Alcaraz nella finalissima di domani, avendo nel suo angolo davvero tutto il paese. Non vale certo un Master 1000 (Jannik gioca a Montreal in queste ore) o un titolo del Grand Slam, ma, come da noi scritto in più occasioni, lo sport non è solo titoli, punti, tornei, ma emozioni. Le emozioni che ci ha regalato Musetti.

Ore 21 Fabbri, che delusione, è fuori dalla zona podio. La sua gara era talmente compromessa che solo un lancio della vita avrebbe potuto consentirgli di rimettersi in zona podio. E’ forse una delle delusioni più grandi la prestazione negativa di Leonardo Fabbri nel lancio del peso. Male, malissimo, ma le avvisaglie c’erano tutte da ieri: Fabbri, uno dei favoriti per l’oro, si è qualificato a stento, solo all’ultimo lancio, per la finalissima di questa sera. Non è bastato il pericolo per ritrovare smalto e forse concentrazione. L’oro agli Europei di Roma di un paio di mesi fa sono al momento sono un ricordo.

Ore 14 Marta Maggetti è oro nel windsurf femminile alle Olimpiadi di Parigi 2024. È il sesto oro per l’Italia. L’azzurra porta il windsurf sul più alto gradino del podio, 24 anni dopo il successo di Alessandra Sensini. Spettacolare Maggetti!

Ore 12 Il momento della verità è arrivato, dopo tre anni di dubbi, infortuni, cambiamenti e segnali di risveglio arrivati nelle ultime settimane. Iniziano le batterie sui 100 metri e se Chituru Ali potrebbe essere la variabile impazzita in grado magari di sovvertire i pronostici sul podio, è inevitabile che gli occhi di tutti siano addosso a Marcell Jacobs, su cui sarebbe opportuno da parte di tutti, addetti ai lavori e media, fare un’analisi oggettiva: non gli si può chiedere di bissare il titolo olimpico vinto a Tokyo 2020. Un errore di merito e di metodo, perché Jacobs non ha mai ripetuto i tempi fatti segnare in Giappone, soprattutto nella finale olimpica, ossia 9’80. Non si è neppure avvicinato a scendere sotto la soglia fisiologica dei 9’90, essenziale per avere pensieri di medaglia a Parigi, specialmente considerato il pacchetto degli avversari. Il primo è Noah Lyles, velocista statunitense dal talento sconfinato e dalla personalità debordante, bronzo a Tokyo 2020 ma che va regolarmente intorno ai 9’80. Poche settimane fa ha stampato 9’81 a Londra, poi 9’83 a Budapest, ai Mondiali dello scorso anno. Poi c’è il giamaicano Kerley, argento a Tokyo dietro a Marcell, che nel 2024 è arrivato massimo a 9’88 (tempo mai fatto da Jacobs, fatta eccezione per la prestazione monstre alle scorse Olimpiadi) e con un personale spaventoso di 9’76, sesto crono della storia.

Un altro pericolo viene dall’Europa, dal polacco Kenneth Bednarek, miglior crono 9’87 a fine giugno. Insomma, la vicenda-oro è estremamente complessa e difficilmente potrà ripetersi l’exploit di Tokyo, quando Jacobs è piombato come un meteorite sulla Terra. A Jacobs possiamo chiedere di essere competitivo per il podio, per la finale, per dare compimento al percorso dell’ultimo anno con gli allenamenti negli Stati Uniti, cambiando tecnici e metodo di lavoro per mettersi alle spalle due anni di infortuni continui e poche gare all’altezza. Deve scendere sotto i 9’90: sarà in grado?

A cura della Redazione e di Nicola Sellitti

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