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Staffetta Italia

Volare ancora si può

Con la staffetta 4×100 l’Italia sogna il bis di Tokyo con Marcell Jacobs e Filippo Tortu. Due le caselle libere, i possibili velocisti candidati

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Volare ancora si può

Con la staffetta 4×100 l’Italia sogna il bis di Tokyo con Marcell Jacobs e Filippo Tortu. Due le caselle libere, i possibili velocisti candidati

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Con la staffetta 4×100 l’Italia sogna il bis di Tokyo con Marcell Jacobs e Filippo Tortu. Due le caselle libere, i possibili velocisti candidati

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Con la staffetta 4×100 l’Italia sogna il bis di Tokyo con Marcell Jacobs e Filippo Tortu. Due le caselle libere, i possibili velocisti candidati

Marcell Jacobs ci sarà. Il risentimento muscolare comparso subito dopo aver tagliato il traguardo della finale dei 100 metri (la gara che lo vedeva partire da campione in carica) e alle spalle. Ora il suo pensiero è tutto sulla 4×100. C’è da capirlo, oltre che ringraziarlo: la staffetta azzurra che divora la pista ai Giochi di Tokyo, scrivendo una delle sorprese più inattese dello sport olimpico, è un concentrato di secondi rimasto nei nostri occhi forse anche più dei 100 metri d’oro dello stesso Jacobs o del salto in alto (anch’esso d’oro) di Gianmarco Tamberi. La potenza furiosa di Marcell in seconda corsia, i cambi perfetti con Patta e Desalu, sino all’ultima frazione di Filippo Tortu, un colpo di cannone che ha percorso i suoi 100 in 8’’84. Precisione, affiatamento e divina ispirazione: tre normodotati su quattro – perché Jacobs ha una muscolatura da sprinter del Pacifico – che hanno dato scacco matto ai muscolari (e increduli) britannici e canadesi. Uno spettacolo.

Tre anni e una manciata di ore dopo si scende in pista (domani alle 19:45) con la convinzione e la certezza di essere tra i migliori della specialità, rafforzate dalla poderosa esibizione che due mesi fa è valsa il titolo agli Europei di Roma. E speriamo non incida in nessun modo l’espulsione dai Giochi di Rana Reider, dal settembre scorso allenatore di Marcell Jacobs, a cui il Comitato olimpico nazionale canadese ha ritirato ieri l’accredito per accedere a tutte le competizioni a causa di vicende giudiziarie legate alle accuse di presunti abusi sessuali (che risalirebbero al passato).

Lo spirito in Casa Italia sembra ancora quello di Tokyo. Ma in Giappone l’atletica azzurra ha vissuto su una nuvola. C’è il sogno di vederli sfrecciare nuovamente in faccia al gotha del mondo, ma – recuperando un pizzico di razionalità – gli Stati Uniti del neo campione olimpico nei 100 Lyles e del bronzo Kerley hanno un paio di marce in più. E la Giamaica di Kishane Thompson (secondo nei 100) avrebbe già prenotato l’argento. Per il bronzo invece la gara è aperta.

I punti fermi azzurri sono Jacobs e Tortu. Il primo ha corso i 100 metri in 9’’85 nella finale olimpica più veloce di sempre: se la gamba continua a girare, è senza dubbio l’asso del quartetto. Quanto a Filippo Tortu, alla staffetta ha dedicato metodo, cuore ed allenamenti, facendola diventare il centro dei suoi pensieri. Poi ci sono due caselle libere e la candidatura di un assembramento di velocisti: lo ius primae noctis, almeno per quanto esibito ai Giochi giapponesi, potrebbe spettare a Desalu e Patta, ma gli incastri sono da definire. Lo sport non conosce riconoscenza, alla fine conta soprattutto il cronometro (oltre che la capacità di fare squadra, che in gara si avverte eccome). Per questo si iscrive al ballottaggio dei potenziali staffettisti anche Chituru Alì, il 25enne ragazzone bresciano con uno sponsor d’eccezione (Jacobs) che è arrivato sino alla soglia della finale olimpica sui 100 metri. Nel lotto delle opzioni ci sono anche Roberto Rigali (era in prima corsia nella 4×100 d’argento ai Mondiali di Budapest 2023), Matteo Melluzzo – nel quartetto che ha vinto gli ultimi Europei a Roma – e ci sarebbe anche Lorenzo Simonelli, che va fortissimo sui 110 ostacoli (è campione d’Europa) e ha passo, gamba e personalità per diventare il leader della 4×100 con vista alla prossima Olimpiade, a Los Angeles. Una scelta delicata che vale una medaglia.

Di Nicola Sellitti

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