Parigi 2024: tra gioie, dolori e speranza
Il bilancio di Parigi 2024 al momento è di 36 medaglie, tra gioie, dolori delusioni e ricadute. L’ultima, quella di Tamberi, colpito da un’altra colica nella notte
Parigi 2024: tra gioie, dolori e speranza
Il bilancio di Parigi 2024 al momento è di 36 medaglie, tra gioie, dolori delusioni e ricadute. L’ultima, quella di Tamberi, colpito da un’altra colica nella notte
Parigi 2024: tra gioie, dolori e speranza
Il bilancio di Parigi 2024 al momento è di 36 medaglie, tra gioie, dolori delusioni e ricadute. L’ultima, quella di Tamberi, colpito da un’altra colica nella notte
Il bilancio di Parigi 2024 al momento è di 36 medaglie, tra gioie, dolori delusioni e ricadute. L’ultima, quella di Tamberi, colpito da un’altra colica nella notte
La colica renale purtroppo non è alle spalle, anzi. Tamberi sta male, ha vissuto una notte di dolori. ‘Gimbo’ via social ha spiegato di stare ancora male e di non sapere in che condizioni sarà in pedana. E a questo punto, se sarà in pedana. Una condizione che, se possibile, rende ancora più forte la vicinanza emotiva al campione olimpico in carica: il suo podio sarebbe il suggello alla furiosa rimonta degli azzurri nel medagliere. Ma a questo punto, in queste condizioni, è dura, durissima.
Il bilancio al momento è di 36 medaglie. C’è quella sicura – da definire il metallo – dell’Italvolley femminile che domani alle 13 si gioca l’oro con gli Stati Uniti. Il bottino di Tokyo 2020 (40 medaglie) non è distante e c’è in faretra già un oro in più. Non c’è solo Gimbo e i suoi dolori, va sottolineato che in casa atletica ci sono nuovi eroi da raccontare. L’argento di Nadia Battocletti nei 10 mila metri ne consacra la grandezza. In due mesi ha vinto l’oro agli Europei e resta l’amarezza del podio sui 5 mila prima assegnato, poi revocato. Ma c’è anche Mattia Furlani, neppure 20enne e sul podio nel lungo, con la consapevolezza e un filo di spavalderia di poter raggiungere qualsiasi risultato in carriera. Lo attenderemo come Andy Diaz, bronzo nel triplo 12 anni dopo Fabrizio Donato (a Londra 2012) che lo allena a Roma. Ha ottenuto la cittadinanza italiana a febbraio 2023, esattamente l’anno dopo entra nelle Fiamme Gialle, il passepartout per indossare la maglia azzurra, fino all’esordio con podio a Parigi. Ma l’atletica italiana è fatta anche dalle lacrime di un campione, anche di onestà intellettuale.
Abbiamo più volte intervistato Filippo Tortu su ‘La Ragione’ ed è sempre emerso il quadro di un atleta serissimo che pretende tantissimo da se stesso, senza mai cercare scorciatoie o alibi. Ieri sera si è assunto in toto la responsabilità della mancata medaglia azzurra nella 4×100. Sapeva, prima dei riferimenti cronometrici ufficiali, che era lui ad essere andato più piano del previsto: Jacobs ha ripetuto la portentosa prova di Tokyo 2023 (8’96), Melluzzo ha fatto meglio degli Europei di Roma, Patta con 9’20 è stato il secondo in pista nel suo turno, poi Tortu ha piazzato 9’20: in Giappone stampò 8’84. Quei 36 centesimi sono davvero tanti, ma come non apprezzare l’estrema sincerità di un medagliato che si mette sulle spalle il peso del mancato metallo azzurro? Avercene, così. Tortu sa rialzarsi e ripartire, lo farà anche stavolta.
di Nicola Sellitti
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