Salti al buio
Il fascino globale dello sport, in cui l’Italia continua a recitare un ruolo da protagonista grazie a splendidi personaggi come Gimbo Tamberi
Salti al buio
Il fascino globale dello sport, in cui l’Italia continua a recitare un ruolo da protagonista grazie a splendidi personaggi come Gimbo Tamberi
Salti al buio
Il fascino globale dello sport, in cui l’Italia continua a recitare un ruolo da protagonista grazie a splendidi personaggi come Gimbo Tamberi
Il fascino globale dello sport, in cui l’Italia continua a recitare un ruolo da protagonista grazie a splendidi personaggi come Gimbo Tamberi
Giornata marchiata a fuoco da Gimbo Tamberi: prima il post di buon’ora che annunciava la nuova colica renale dell’altra notte, la fine del sogno eppure la voglia di esserci in ogni caso e in qualsiasi condizione su quella pedana. Poi una straniante radiocronaca via social del trasferimento in ospedale, dell’ambulanza, di dettagli particolarmente faticosi e soprattutto dolorosi. Persino troppo e non abbiamo mancato di sottolinearlo ieri.
Vogliamo un mare di bene a questo ragazzo e proprio per questo certe esagerazioni non possiamo far finta di non averle viste. Nulla cambia – ma proprio nulla – nel sentimento generale, perché quando abbiamo visto Tamberi presentarsi in gara in condizioni totalmente disagiate, approssimative e limitate abbiamo potuto solo alzarci in piedi e applaudire il profondo rispetto del proprio lavoro, della propria passione e dello spirito olimpico di questo splendido ragazzo.
Non ripaga certo dell’incredibile sfortuna ma di qualche concessione di troppo all’universo social sicuramente sì. Realtà che in fin dei conti non aggiungono proprio nulla a una grande storia di sport. Come sarebbe stato un coronamento incredibile di una giornata dolorosa eppure da ricordare una medaglia di Stefano Sottile proprio nella gara orfana di Tamberi.
Ancora un quarto posto, invece, come ormai da tradizione in questi Giochi di Parigi che ci hanno visto trionfare nelle inesistenti e beffarde “medaglie di legno”. Ne abbiamo già scritto e non ci ripeteremo: non tutti i quarti posti sono uguali e di sicuro quello di ieri allo Stade de France è uno dei più significativi e carichi di prospettive. Che poi resti terribilmente amaro è un fatto, ma pur sempre parte dello sport e della vita.
Bene ricordarlo a chi di sport si occupa solo saltuariamente, talvolta con il fastidioso atteggiamento di chi sa e in effetti non ci capisce nulla. Il livello di competizione alle Olimpiadi è arrivato a vette pazzesche. Restare fra le prime 10 nazioni al mondo, potendo vantare ragazze e ragazzi da podio in una grande varietà di discipline è un risultato stratosferico.
Abbiamo provato a raccontarlo nelle ultime due settimane: non si vince né per contratto né per procura e persino gli Stati Uniti d’America del basket hanno avuto bisogno di due totem ormai a fine carriera come LeBron James e Steph Curry per battere Serbia e Francia.
Questo è un fatto e misura il fascino globale dello sport, in cui l’Italia continua a recitare un ruolo da protagonista grazie a splendidi personaggi come Gimbo Tamberi o i favolosi Viviani e Consonni d’argento nel ciclismo su pista.
di Fulvio Giuliani
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