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Sanità: Ia fa paura a medici, solo 10% si considera informato e pronto a usarla

7 Ottobre 2024

Roma, 7 ott. (Adnkronos Salute) – In crescita l’ansia da intelligenza artificiale: la presenza di questa tecnologia nella vita quotidiana suscita entusiasmo, ma anche paura. Secondo una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto di ‘Intelligenza Artificiale spiegata semplice’, numerose organizzazioni, oltre che istituti, medici e addetti ai lavori non sembrano molto propensi ad accogliere il cambiamento. Anzi, ne risultano spaventati. Tanto che, a livello globale, sta prendendo sempre più corpo il fenomeno denominato ‘Ai Fear’, ovvero la paura di farsi aiutare dall’intelligenza artificiale nello svolgimento delle mansioni lavorative di tutti i giorni. Da un recente approfondimento realizzato da eMarketer, solo negli Usa più di 7 medici su 10 (71%) non vogliono avere a che fare con l’Ia perché non sanno come utilizzarla e la temono perché sono convinti che un giorno possa persino sostituirli.

Le ansie e le paure dei medici vengono inevitabilmente passate ai loro pazienti: secondo quanto indicato da Healthcare Dive, l’81% delle persone presenti all’interno dei reparti ospedalieri preferisce confrontarsi con un professionista piuttosto che con un algoritmo o un avatar. Questo scenario coinvolge anche l’Europa e, nel dettaglio, l’Italia dove, secondo Medscape, solo il 10% dei medici si considera informato sugli usi e le potenzialità dell’Ia e ritiene di essere pronto a sperimentarla nella quotidianità. Ma lo scenario può cambiare, per gli esperti, attraverso eventi, sia online sia in presenza, corsi di formazione, podcast, demo.

“L’Ia non è e non sarà mai un mostro da sconfiggere per noi, bensì una valida compagna di viaggio capace di migliorare, anzi perfezionare le nostre giornate”, sottolineano Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, founder di ‘Intelligenza artificiale spiegata semplice’ e ideatori dell’Ai Week (aiweek.it), che recentemente hanno stretto una partnership strategica con la Federazione delle società medico-scientifiche italiane (Fism), per promuovere e valorizzare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale all’interno della health industry in Italia.

“Esistono diversi modi per sfruttarne al meglio i punti di forza – spiegano Fiore e Viscanti – pensiamo ad esempio agli algoritmi che riescono a leggere alla perfezione una cartella clinica e, in seguito, a fornire una chiave di lettura utile al medico in questione, il quale, in un secondo momento, avrà le idee più chiare sulla terapia da applicare sul paziente che sta seguendo personalmente. A livello strettamente operativo vogliamo portare nuove certezze nel mondo della medicina italiana per fare in modo che ambulatori, ospedali e aziende possano definitivamente aprire le porte all’intelligenza artificiale”.

“L’artificial intelligence ci aiuterà a svolgere meglio il nostro ruolo di medici – commenta Loreto Gesualdo, presidente della Fism – Ci sono tante case history a supporto di quanto appena affermato, ma la prima che mi viene in mente riguarda i Big Data, ovvero l’Ia che ci aiuta a raccogliere dati da trasformare in informazioni utili per studiare tante patologie e cambiarne la storia. Ma non è tutto, infatti esistono persino algoritmi in grado di dimostrare che molecole inizialmente ‘messe da parte’ possano essere riutilizzate per terapie legate a patologie diverse. E ancora, esiste la possibilità di generare dei gemelli digitali, sui quali possono essere testati gli effetti collaterali di una risposta terapeutica”.

“In Italia abbiamo tantissimi grandi ricercatori e non dobbiamo nasconderci di fronte alle potenze internazionali, dobbiamo però investire maggiormente in ricerca e, ad oggi, ricercare vuol dire proiettare lo sguardo verso il futuro. E il futuro non può che combaciare con l’intelligenza artificiale. Per questo motivo, abbiamo scelto di dare il via a questa collaborazione con ‘Ia spiegata semplice’ perché siamo convinti che potremo dare qualcosa in più a tutte le società federate. Vogliamo alfabetizzare la classe medica e, di conseguenza, portare a una vera e propria rivoluzione culturale grazie ad appuntamenti formativi e chiarificatori – conclude Gesualdo – A questo proposito, uno su tutti sarà sicuramente l’Ai Week, evento a cui prenderanno parte anche moltissime importanti realtà del mondo medico-sanitario”.

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