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Trump senza freni

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Quella di Trump ieri è stata una carnevalata con risvolti drammaticamente seri che maschera l’intenzione di sovvertire tutti gli equilibri e le regole

Trump

Trump senza freni

Quella di Trump ieri è stata una carnevalata con risvolti drammaticamente seri che maschera l’intenzione di sovvertire tutti gli equilibri e le regole

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Quella di Trump ieri è stata una carnevalata con risvolti drammaticamente seri che maschera l’intenzione di sovvertire tutti gli equilibri e le regole

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Immaginate se il leader cinese Xi avesse dichiarato di non escludere l’uso della forza per occupare oltre Taiwan (troppo facile) anche Vietnam e Cambogia. Se avesse poi annunciato di voler cambiare il nome del Mar del Giappone in Mar d’Asia e di voler colpire con i dazi la Corea del Sud per spingerla a cedere… la Samsung, nonché facezie di altra natura.

Saremmo tutti insorti urlando al dramma prossimo venturo e alla minaccia per gli equilibri e la stabilità internazionale, come minimo.

Donald Trump ha fatto tutto questo, a pochi giorni dal suo insediamento alla Casa Bianca, aggiungendo alla minaccia di usare l’esercito per occupare il Canale di Panama e la Groenlandia, la proposta di cambiare il nome del Golfo del Messico in Golfo d’America e la richiesta agli alleati della Nato di portare le spese militari dal 2% al 5% del Pil. Qualcosa da far tremare i polsi a qualsiasi ministro dell’Economia europeo.

Non pago, nella conferenza stampa di Mar-a Lago Trump ha trovato il tempo anche di fare il vago sulla grazia ai condannati per l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, vale a dire la pagina più drammatica della storia della Repubblica statunitense dalla fine della guerra civile. Escludendo gli atti di guerra come Pearl Harbor o le Torri gemelle e l’assassinio di Kennedy.

Un elenco tanto raggelante che risulterebbe impossibile da prendere sul serio, ma il problema va oltre l’uso a dir poco disinvolto di annunci, proclami e minacce. Siano all’assuefazione a un’idea di politica e rapporti fra Stati a livello da avanspettacolo del più forte. Una carnevalata con risvolti drammaticamente seri che maschera l’intenzione di sovvertire tutti gli equilibri e le regole così come li abbiamo conosciuti fino a oggi. Perché il problema non è un’improbabile invasione della Groenlandia, ma lo sdoganamento definitivo dell’assurdo spacciato per verità, della mancanza di rispetto istituzionale, per non dire di quei formalismi che in politica e diplomazia fanno tutta la differenza fra rapporti civili e legge della giungla.

C’è poi un aspetto, per certi versi altrettanto grave: tante persone, invece di cogliere i rischi di un atteggiamento del genere, esultano per la “mancanza di peli sulla lingua“, la “chiarezza“, il sentire il super potente vicino al loro modo di esprimersi, pensare, immaginare i rapporti fra Stati come fossero quelli con il rissoso vicino di condominio.

Tutto questo va oltre Trump o le intemerate di Musk (che al confronto ieri è apparso uno scolaretto…) e rischiano di minare quegli organismi splendidi, ma delicatissimi che sono le democrazie. Perché senza equilibrio fra i poteri e il rispetto dei ruoli istituzionali prescritti dalle Costituzioni le democrazie non funzionano o funzionano male.

Ci sia però consentito chiederci quanti abbiano ancora voglia di porsi queste domande e quanti non vedano l’ora di consegnarsi alle semplificazioni più becere pur di non doversi assumere la propria quota di responsabilità.

di Fulvio Giuliani

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