app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app
sinner-goggia-brignone-comfort-zone

Oltre la comfort zone: cosa c’è dietro i trionfi di Sinner, Goggia e Brignone

Spostare continuamente l’asticella, uscendo dalla propria comfort zone. Una sfida verso sé stessi, prima ancora che verso gli avversari

|

Oltre la comfort zone: cosa c’è dietro i trionfi di Sinner, Goggia e Brignone

Spostare continuamente l’asticella, uscendo dalla propria comfort zone. Una sfida verso sé stessi, prima ancora che verso gli avversari

|

Oltre la comfort zone: cosa c’è dietro i trionfi di Sinner, Goggia e Brignone

Spostare continuamente l’asticella, uscendo dalla propria comfort zone. Una sfida verso sé stessi, prima ancora che verso gli avversari

|
|

Spostare continuamente l’asticella, uscendo dalla propria comfort zone. Una sfida verso sé stessi, prima ancora che verso gli avversari

Spostare continuamente l’asticella. Una sfida verso sé stessi, prima ancora che verso gli avversari. E pure un atto di rispetto verso la capitalizzazione del proprio sconfinato talento, che per emergere ha richiesto lavoro e scelte.

Jannik Sinner che vince il terzo torneo del Grand Slam non è certo soltanto un concentrato di qualità e dedizione. La finale dell’Australian Open è stata un’esecuzione, ma qualche giorno prima il numero uno del mondo era passato attraverso un ostacolo che avrebbe portato chiunque – o quasi – al ritiro. Altro che il successo (peraltro in scioltezza) sul danese Rune. Debolezza, conati di vomito, saturimetro, medici, il fisiologico spavento, il tremore in primo piano tv che ha prodotto ipotesi di ogni tipo.

Sinner non ha ceduto. Ha mantenuto la lucidità senza perdere di vista l’obiettivo, spostando in avanti l’asse delle sue possibilità, pur restando sempre in controllo. L’ennesima staccionata da superare. Il tennista italiano lo ripete spesso. L’ha fatto anche alla cerimonia di premiazione per il bis all’Australian Open, in riferimento alla scelta di cambiare allenatore (rivedendo lo staff di lavoro tre anni fa, con il duo Vagnozzi-Cahill). Sinner sceglie, non si ‘siede’ mai, non rinvia decisioni anche sofferte. Si mette in gioco. Da diversi mesi è in vetta al mondo, ma spinge ancora.

È una dote unica ma che deve far riflettere. Anche allargando il perimetro della discussione al duo Goggia-Brignone che nello sci alpino si divide pubblico e successi, podi e grandezza. Le due fuoriclasse azzurre si stimolano a vicenda nella loro rivalità, nella loro profonda differenza. Federica Brignone tiene un livello altissimo per mostrare di essere forte almeno quanto Sofia Goggia. Un asso anche mediatico, capace di centrare l’argento alle Olimpiadi invernali di Pechino 2022. Con la lesione parziale del legamento crociato del ginocchio sinistro e la microfrattura alla testa del perone. E che ora è appena tornata in pista dopo l’ennesimo colpo di coda del destino.

Premessa doverosa, forse pleonastica: non tutti hanno in faretra le frecce di Sinner, Goggia e Brignone. Si tratta di fenomeni che passano ogni quattro o cinque decadi, sebbene lo sci italiano abbia prodotto Thoeni, Tomba, Compagnoni. Ma certo mai due assi praticamente dello stesso livello e nella stessa era. I campioni poi hanno altri mezzi, un’altra percezione di ciò che è possibile. Inoltre – senza nasconderci dietro un dito – non tutti fra quelli che hanno tifato per Sinner, celebrando la sua forza mentale, hanno la capacità e la voglia di rimettersi in gioco ogni giorno. Perché incapaci di riscrivere la propria comfort zone.

Ma se ognuno di noi – soprattutto chi è chiamato a scelte forti per tracciare una linea per il futuro – riuscisse a spostare l’asse anche di pochi millimetri, potrebbe interrogarsi su come valorizzarsi. Prendendo a esempio Sinner, che a 13 anni – conscio dei suoi talenti (perché quando si è così, se ne ha anche la percezione) – ha avuto la forza di separarsi dai suoi affetti. E dalla sua valle a Sesto Pusteria. Per finire all’accademia di Riccardo Piatti, a Bordighera.

Ora però passa all’incasso. Ha vinto in Australia, domina come dominava Roger Federer prima della comparsa di Rafa Nadal. Ma ha anche ricordato al coach Cahill (con cui il legame professionale terminerà alla fine del 2025) che si è vinto soltanto il primo torneo. Che la strada è lunga. Mai sazio, sempre un passo in avanti. Non è solo fame, è anche rispetto verso il proprio talento. E tanti saluti alla comfort zone.

Di Nicola Sellitti

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Sinner, voler bene e dire la verità

30 Gennaio 2025
La decisione di Jannik Sinner di non accettare l’invito del Presidente della Repubblica Sergio M…

Tennis, Mattarella: “Stagione straordinaria, attendiamo una terza vittoria in Coppa Davis”

29 Gennaio 2025
Le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alle Nazionali italiane di Tennis fe…

Sinner non andrà al Quirinale da Mattarella

28 Gennaio 2025
Sinner sbaglia a rifiutare l’invito al Quirinale. Il riposo assoluto che i medici hanno prescrit…

Radja Nainggolan arrestato in Belgio per traffico di droga

27 Gennaio 2025
Radja Nainggolan, ex calciatore di Cagliari, Roma e Inter, è stato arrestato in Belgio per traff…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI