
Trump ordina la chiusura di Voice Of America
Da domenica scorsa la storica emittente radiofonica Voice of America, il servizio radiotelevisivo del governo degli Stati Uniti, non esiste più per volontà di Trump
Trump ordina la chiusura di Voice Of America
Da domenica scorsa la storica emittente radiofonica Voice of America, il servizio radiotelevisivo del governo degli Stati Uniti, non esiste più per volontà di Trump
Trump ordina la chiusura di Voice Of America
Da domenica scorsa la storica emittente radiofonica Voice of America, il servizio radiotelevisivo del governo degli Stati Uniti, non esiste più per volontà di Trump
Da domenica scorsa la storica emittente radiofonica Voice of America, il servizio radiotelevisivo del governo degli Stati Uniti, non esiste più per volontà di Trump
Ci sono segnali che non andrebbero mai presi sotto gamba e che raccontano di una democrazia minata nella sua essenza. Uno dei primi campanelli d’allarme è quello che riguarda la libertà di stampa, diritto che la nostra Costituzione garantisce all’articolo 21. Da domenica scorsa la storica emittente radiofonica Voice of America, il servizio radiotelevisivo del governo degli Stati Uniti, non esiste più dopo che il presidente Donald Trump ha ordinato il licenziamento di tutti i suoi dipendenti (1.300 fra giornalisti e personale vario) e bloccato ogni finanziamento federale. La radio era stata fondata nel lontano 1942 e oggi fa davvero impressione ricordare che cominciò a trasmettere proprio per contrastare la propaganda nazista. Inizialmente in inglese, ospitò poi nel corso degli anni speaker e giornalisti di 45 nazionalità differenti che trasmettevano in altrettante lingue diverse.
Fino all’altro giorno questa radio – chiusa dall’oggi al domani con un ordine arrivato via email – veniva ascoltata ogni settimana da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Ciò, tuttavia, non è bastato a convincere Trump a tornare sui propri passi: secondo il presidente Usa la linea editoriale dell’emittente era esclusivamente antitrumpiana e quindi “di opposizione”. Com’era prevedibile, il National Press Club non è rimasto in silenzio e ha chiesto a The Donald di ripensarci. Del resto non sarebbe la prima volta che fa un annuncio e subito dopo opta per il dietrofront.
di Ilaria Cuzzolin
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- Tag: esteri
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