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25 aprile: Mattarella a Genova ricordando Mazzini, Spinelli, Pertini e Papa Francesco

25 Aprile 2025

Genova, 25 apr. (Adnkronos) – A Genova, Medaglia d’oro al valor militare per la lotta di Liberazione, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, celebra l’80/mo anniversario della Liberazione, in quella Liguria dalla quale venne “una forte lezione sulla moralità della Resistenza. Assumendo comportamenti elementari di rispetto e di solidarietà i partigiani si uniformavano al Codice di Cichero”, ricorda il Capo dello Stato, mettendo in risalto la figura di Aldo Gastaldi, “il partigiano ‘Bisagno’, comandante della Divisione Garibaldi-Cichero. Morto drammaticamente un mese dopo la Liberazione, Medaglia d’oro al valor militare, la Chiesa di Genova ha determinato di dare avvio al processo canonico di beatificazione di questo Servo di Dio”.

È il primo di una serie di protagonisti della storia di quegli anni ma non solo che vengono citati dal presidente della Repubblica nel suo discorso pronunciato nella cerimonia al teatro Ivo Chiesa di Genova, dove arriva dopo aver reso omaggio, al cimitero monumentale di Staglieno, “ai caduti del movimento della Resistenza e, con loro, alle figure dei patrioti dei due Risorgimenti che in esso sono ospitati”. Tra essi Giuseppe Mazzini, con il suo monito “‘più che la servità, temo la libertà recata in dono'”, valido per “i tanti che confidavano nell’intervento d’oltralpe”.

“La Resistenza -evidenzia poi Mattarella- cresceva in tutti i Paesi europei sotto dominazione nazista” e “anche dalle diverse Resistenze nacque l’idea dell’Europa dei popoli, oggi incarnata dalla sovranità popolare espressa dal Parlamento di Strasburgo. Furono esponenti antifascisti -ricorda allora il Capo dello Stato- coloro che elaborarono l’idea d’Europa unita, contro la tragedia dei nazionalismi che avevano scatenato le guerre civili in Europa. Per tutti un nome qui a Genova, quello di Luciano Bolis, esponente del Partito d’Azione, orrendamente torturato dalle Brigate nere nel febbraio 1945, miracolosamente sopravvissuto. Medaglia d’argento al valor militare, riposa ora a Ventotene, accanto ad Altiero Spinelli”.

E nel capoluogo della Liguria, regione che gli ha dato i natali, non può mancare un omaggio alla memoria di Sandro Pertini, “settimo presidente della nostra Repubblica. La sua figura -afferma il Capo dello Stato- induce a ricordare che la partecipazione politica è questione che contraddistingue come essenziale la nostra democrazia”, perciò “non possiamo arrenderci all’assenteismo dei cittadini dalla cosa pubblica, all’astensionismo degli elettori, a una democrazia a bassa intensità. Anche per rispettare i sacrifici che il nostro popolo ha dovuto sopportare per tornare a essere cittadini, titolari di diritti di libertà”.

E dopo l’annuncio del “partigiano Pittaluga -Paolo Emilio Taviani” “Genova è libera”, il rischio che la città “finisse distrutta come Varsavia era stato scongiurato” e “si apriva la stagione dei diritti umani delle persone e dei popoli, per prevenire i conflitti, per affermare che la dignità delle persone non si esaurisce entro i confini dello Stato del quale sono cittadini”.

“Non si può essere in pace soltanto per alcuni. Benessere per pochi, lasciando miseria, fame, sottosviluppo, aggressioni, guerre, agli altri. È la grande lezione che ci ha consegnato Papa Francesco”, ricorda Mattarella alla vigilia dei funerali di Bergoglio, citando la ‘Fratelli tutti’, dove “ci ha esortato a superare ‘conflitti anacronistici’ ricordandoci che ‘ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste di quelle precedenti e condurle a mete ancora più alte. Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti'”.

“Ecco perché -sintetizza il Capo dello Stato- è sempre tempo di Resistenza, ecco perché sono sempre attuali i valori che l’hanno ispirata”.

“A Genova si espresse e si affermò il respiro della libertà. Un’anima che non sarebbe mai stata tradita. Un patto, un impegno, che non sarebbero venuti meno neppure quando, negli anni ‘70, il terrorismo tentò di aggredire le basi della nostra convivenza democratica. E dalle fabbriche venne una risposta coraggiosa, esigente, che si riassume -ed è l’ultima citazione di Mattarella- nel nome di Guido Rossa. La sua testimonianza appartiene a quei valori di integrità e coraggio delle persone che, anche qui, edificarono in quegli anni a Repubblica”.

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