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Covid: allarme Oms per calo test, ‘rischio più casi, ricoveri e morti’

30 Marzo 2022

Milano, 30 mar. (Adnkronos Salute) – L’Organizzazione mondiale della sanità è “preoccupata per la recente significativa riduzione dei test Sars-CoV-2 da parte di diversi Paesi membri”. Un calo che allarma l’agenzia ginevrina perché così, avverte l’Oms nell’ultimo report settimanale sull’andamento di Covid-19 a livello globale, “i dati stanno diventando progressivamente meno rappresentativi, meno tempestivi e meno solidi. Questo – ammonisce l’autorità sanitaria mondiale – inibisce la nostra capacità collettiva di tracciare il virus” nei suoi movimenti, di capire “come si sta diffondendo ed evolvendo”. Tutte “informazioni e analisi che rimangono critiche per porre fine in modo efficace alla fase acuta della pandemia”.

Non solo. “La diminuzione dei test, a meno che non sia fatta con giudizio, come parte di una strategia volta a mantenere una sorveglianza efficiente dove” la circolazione virale “è più impattante – precisa l’Oms – può influenzare la capacità dei Paesi di identificare i casi” Covid “e consentire il loro trattamento tempestivo o isolamento”, nonché di “attuare altre misure di controllo necessarie, con il conseguente rischio di una maggiore diffusione di Sars-CoV-2. Ciò può” dunque “tradursi in un aumento dei ricoveri e dei decessi” per Covid-19, “e in notevoli sollecitazioni sui sistemi sanitari, in particolare nelle aree in cui sono state revocate le misure” anti-contagio “e dove la copertura vaccinale è bassa”.

Infine, “la riduzione dei test – osserva l’agenzia – incide sulla capacità dei Paesi di rilevare precocemente l’emergere di varianti” nuove del coronavirus pandemico, “compromettendo gli sforzi fatti nella risposta” all’epidemia e alla sua evoluzione.

Nel riferire i dati registrati dal 21 al 27 marzo sul fronte Covid nel mondo, l’Oms precisa che “le tendenze riportate devono essere interpretate con cautela, perché diversi Paesi stanno progressivamente cambiando le loro strategie di test, con conseguente riduzione del numero complessivo di tamponi eseguiti e quindi di casi rilevati”. Un rischio, rimarca l’agenzia, considerando che, “nonostante un calo generalizzato del tasso di test osservato in tutte le 6 regioni Oms, il numero dei nuovi casi settimanali è” comunque “aumentato da inizio a metà marzo, indicando che il virus sta attualmente circolando a livelli molto elevati”.

“Covid-19 rimane un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale – ricorda l’organizzazione – ed è troppo presto per ridurre la qualità della sorveglianza. L’incertezza sulle caratteristiche delle varianti emergenti” di Sars-CoV-2, inoltre, “limita la nostra capacità di prevedere con sicurezza l’andamento della malattia, poiché la frequenza di mutazione” del virus “e il rischio di varianti emergenti sono ancora elevati. Un elemento che potrebbe minacciare le misure di prevenzione e mitigazione”. Per queste ragioni, “fino a quando non finirà la fase acuta della pandemia”, l’Oms chiede che i Paesi mantengano “una sorveglianza epidemiologica sufficiente” ad alimentare “un processo decisionale operativo basato sull’evidenza” associata a “parametri cruciali, inclusi strategie vaccinali, composizione del vaccino, uso di farmaci e misure sociali e di salute pubblica adeguate”.

Più precisamente, in questa fase l’Oms raccomanda agli Stati membri di “continuare con test” numericamente “rappresentativi e finanziariamente accessibili a tutti, fornendo dati epidemiologici utili e tempestivi sulla circolazione di Sars-CoV-2; concentrarsi sull’allerta precoce e sul monitoraggio di trend che potrebbero segnalare un cambiamento nella dinamica di trasmissione del virus; proseguire con il monitoraggio e la segnalazione quotidiana di casi e decessi per tutta la durata della fase pandemica acuta; monitorare la gravità di Covid-19 nei gruppi vulnerabili” di popolazione, e “migliorare la sorveglianza genomica per rilevare le varianti e monitorare l’evoluzione di Sars-CoV-2”.

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