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Segre Ferragni

Segre-Ferragni, ecco perché è una grande idea

Liliana Segre, invitando Chiara Ferragni al Memoriale della Shoah di Milano, ha mostrato ancora una volta la sua volontà di arrivare ai nostri figli. Perché la memoria è una pianta fragile da annaffiare ogni giorno.
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Segre-Ferragni, ecco perché è una grande idea

Liliana Segre, invitando Chiara Ferragni al Memoriale della Shoah di Milano, ha mostrato ancora una volta la sua volontà di arrivare ai nostri figli. Perché la memoria è una pianta fragile da annaffiare ogni giorno.
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Segre-Ferragni, ecco perché è una grande idea

Liliana Segre, invitando Chiara Ferragni al Memoriale della Shoah di Milano, ha mostrato ancora una volta la sua volontà di arrivare ai nostri figli. Perché la memoria è una pianta fragile da annaffiare ogni giorno.
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Liliana Segre, invitando Chiara Ferragni al Memoriale della Shoah di Milano, ha mostrato ancora una volta la sua volontà di arrivare ai nostri figli. Perché la memoria è una pianta fragile da annaffiare ogni giorno.
Ancora una volta la senatrice a vita Liliana Segre ha mostrato una sensibilità, un’intelligenza e una modestia stupefacenti. Soprattutto un’apertura mentale che molte donne e molti uomini ben più giovani di lei continuano a non raggiungere. Invitando Chiara Ferragni al Memoriale della Shoah di Milano (“trascorrendo molto tempo con i miei nipoti ho capito che il mondo è cambiato. E siccome oltre che intelligente e con 27 milioni di follower, Chiara Ferragni si è già impegnata con il marito Fedez in iniziative civili e sociali, ho pensato fosse la persona giusta da coinvolgere per far conoscere il Memoriale a quante più persone possibile, soprattutto giovani”), ha mostrato nuovamente – pur essendosi formalmente ritirata dalla sua instancabile attività di testimone dell’impensabile e dell’indicibile – l’insopprimibile forza e volontà di arrivare ai nostri figli. Una missione nella missione. La senatrice a vita è dolorosamente consapevole di quanto la memoria sia una pianta fragile, da innaffiare ogni giorno, esposta alle intemperie di un’ignoranza dei fatti – anche i più clamorosi – che apre la strada alle teorie più ributtanti. Alle negazioni più inconcepibili. Segre-Ferragni può sembrare una strana coppia ed è invece una forma di dialogo fra generazioni. L’ennesima idea, l’infinito contributo di una donna davanti alla quale ci si alza in piedi, si fa silenzio e si ascolta. Una donna, una combattente della verità che ci ricorda ogni giorno quanto i nemici della memoria siano ovunque e non ci sia nulla di più stupido e inconcludente che alzare sopracciglia, parlare per iniziati, chiudersi in torri d’avorio per intellettualoidi, mentre il mondo va avanti e i nostri figli restano esposti alle forme di propaganda più becere e pericolose. Ha fatto benissimo Liliana Segre a lanciare il suo appello a Chiara Ferragni, con quei consueti toni ragionevoli, pacati eppure fermi. Bastano poche parole, quando si sa cosa ottenere, quando si sa cosa dire. di Fulvio Giuliani 

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