L’allarme siccità rischia di affossare l’economia italiana
Arriva l’estate e, puntuale, arriva l’allarme siccità in Italia. Quest’anno però il fenomeno è ancora più preoccupante perché arriva già a metà giugno, con il Po che ha toccato i livelli più bassi da oltre 70 anni e una situazione che rischia di diventare irreversibile.
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L’allarme siccità rischia di affossare l’economia italiana
Arriva l’estate e, puntuale, arriva l’allarme siccità in Italia. Quest’anno però il fenomeno è ancora più preoccupante perché arriva già a metà giugno, con il Po che ha toccato i livelli più bassi da oltre 70 anni e una situazione che rischia di diventare irreversibile.
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L’allarme siccità rischia di affossare l’economia italiana
Arriva l’estate e, puntuale, arriva l’allarme siccità in Italia. Quest’anno però il fenomeno è ancora più preoccupante perché arriva già a metà giugno, con il Po che ha toccato i livelli più bassi da oltre 70 anni e una situazione che rischia di diventare irreversibile.
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Arriva l’estate e, puntuale, arriva l’allarme siccità in Italia. Quest’anno però il fenomeno è ancora più preoccupante perché arriva già a metà giugno, con il Po che ha toccato i livelli più bassi da oltre 70 anni e una situazione che rischia di diventare irreversibile.
L’allarme siccità in Italia rischia di diventare irrecuperabile. Per l’acqua potabile nelle case la situazione è di preallarme, e a luglio rischia di diventare una vera crisi se non pioverà a sufficienza.
Oltre alla salute stessa dei cittadini, è a rischio anche una buona parte della produzione alimentare: nelle zone del nord Italia dedicate all’agricoltura l’acqua, invece che dalle piogge, arriva dalle autobotti e le scorte sono sotto razionamento. Preoccupa particolarmente la riduzione della resa di produzione delle coltivazioni in campo, come il grano, che quest’anno segna un -15%.Il settore agroalimentare, con 205 miliardi di euro di fatturato, è uno dei pilastri dell’economia italiana e rischia una pericolosa battuta d’arresto. Secondo le stime di Ambrosetti, nota società di consulenza imprenditoriale, il settore agricolo italiano, nel vortice letale di pandemia, guerra, inflazione, interruzione di alcune filiere di approvvigionamento e siccità potrebbe perdere 1 miliardo all’anno. Ambrosetti ha stimato che, senza misure di mitigazione e adattamento all’emergenza climatica, il Pil italiano potrebbe subire un impatto dell’8% circa entro fine secolo.
IL MINISTRO PATUANELLI SULL’ALLARME SICCITÀ: “DA 40 A OLTRE 150 GIORNI DI EMERGENZA ALL’ANNO”
“Ci restano 10-15 giorni di riserve d’acqua per irrigare i campi allerta il ministro alle politiche agricole Patuanelli – le regioni del Nord Ovest sono già in sofferenza, e ora anche quelle del Nord Est sono in emergenza. Il Centro è in una situazione pre emergenziale, mentre nel Mezzogiorno il problema siccità è endemico. Significa che il Sud, con alle spalle diverse annate caratterizzate dalla siccità, ha molte zone che vanno verso la desertificazione. Siamo passati da una media di 40 giorni di emergenza all’anno a oltre 150 e questo mette in difficoltà l’agricoltura“. La drammaticità della situazione è descritta dai dati dell’inverno appena trascorso che in Italia ha segnato un deficit di precipitazioni medio pari al 65%. Ancora non ci sono i dati definitivi di questa stagione, ma quelli relativi alla produzione nel 2021 sono allarmanti: -27% (in media) per la frutta, -10% per il riso, di cui l’Italia è principale produttore europeo, -9% per il vino, di cui l’Italia è primo produttore al mondo, -95% di miele. “Faremo un appello al governo perché rimoduli il Pnrr. L’acqua non può essere la cenerentola del Piano a cui viene destinato solo il 2%. Va stanziato molto di più per ragionare di nuovi invasi per trattenere l’acqua piovana – conclude -Dobbiamo stoccare l’acqua come si faceva negli anni 70. Oggi abbiamo perso circa il 4% della capacità che avevamo allora. Ci vuole il 20% del Pnrr, non basta il 2%”, ha ribadito il ministro. La fotografia del ghiacciaio della Marmolada, il più grande delle Dolomiti, che sta scomparendo al ritmo di 6 metri l’anno, è iconica ed esplicativa. “La situazione è irrecuperabile”, ha detto Cristian Ferrari, presidente della Commissione glaciologica degli alpinisti tridentini. Bisognerà agire con le politiche e con le scelte di ogni singolo cittadino prima che ad essere irrecuperabile non sia solo la Marmolada, ma l’intero territorio italiano.SICCITÀ E STATO DI EMERGENZA
Da più parti arriva l’appello unanime delle istituzioni: serve prendere dei provvedimenti sincronizzati. Una possibile dichiarazione dello stato d’emergenza a causa della siccità è sul tavolo della prossima riunione della Conferenza delle Regioni, prevista per mercoledì 22 giugno. Il Friuli Venezia Giulia, come fatto in Emilia-Romagna, sta preparando una dichiarazione di stato di emergenza locale. Secondo le indiscrezioni, la settimana prossima il Governatore Massimiliano Fedriga dovrebbe emettere un decreto specifico sulla criticità idrica. L’assessore all’agricoltura Stefano Zannier ha già cominciato con i razionamenti, la settimana scorsa, nella provincia di Udine. Non si registrano particolari problemi tra Gorizia e Trieste, mentre nell’altra provincia, quella di Pordenone, i razionamenti cominceranno domani. È presumibile che il decreto di Fedriga miri a inibire tutti gli utilizzi non necessari dell’acqua, come giardini, piccoli orti e gli autolavaggi. Saranno poi i gestori dei servizi idrici a decidere nello specifico i provvedimenti da assumere, a seconda della condizione in cui sono. Decisioni sacrosante, in attesa che ogni singolo cittadino impari a razionare i propri consumi ogni giorno, senza la necessità di arrivare all’ennesima crisi, ogni anno più grave. Di Giovanni PalmisanoLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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