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Visti Russia: Ue verso la stretta

Secondo quanto alcune fonti hanno riferito al “Financial Times”, l’Ue starebbe andando verso la stretta sui visti alla Russia.
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Visti Russia: Ue verso la stretta

Secondo quanto alcune fonti hanno riferito al “Financial Times”, l’Ue starebbe andando verso la stretta sui visti alla Russia.
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Visti Russia: Ue verso la stretta

Secondo quanto alcune fonti hanno riferito al “Financial Times”, l’Ue starebbe andando verso la stretta sui visti alla Russia.
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Secondo quanto alcune fonti hanno riferito al “Financial Times”, l’Ue starebbe andando verso la stretta sui visti alla Russia.

Nel giugno del 1994 fu firmato tra Unione europea e Russia un Accordo di partnership e cooperazione che entrò in vigore nel dicembre del 1997, con durata 10 anni. Nel 2007 venne deciso che sarebbe stato rinnovato di anno in anno, in automatico. Il testo conteneva anche l’indicazione che le parti condividevano il «rispetto per i princìpi democratici e per i diritti umani come definiti in particolare nell’Atto finale di Helsinki e nella Carta di Parigi per una nuova Europa», oltre che un impegno per la pace e la sicurezza.

A parte avvelenare e uccidere oppositori, le stesse dichiarazioni di Putin secondo cui la democrazia liberale sarebbe «obsoleta» potrebbero essere considerate una denuncia implicita dell’Accordo. Ma poi è venuta pure l’aggressione all’Ucraina e ogni «partnership e cooperazione» è venuta meno. Essendo la premessa per l’accordo sui visti turistici, ha senso che funzionino ancora, adesso che l’amicizia non esiste più? È proprio questa la premessa della discussione per cui il Consiglio dei ministri degli Esteri di Praga deve decidere se sospendere o meno l’Accordo stipulato con la Russia nel 2007. Secondo quanto alcune fonti hanno riferito al “Financial Times”, esso verrebbe sospeso e il numero dei permessi di viaggio drasticamente limitato. «Non è appropriato che i turisti russi girino per le nostre città. Dobbiamo inviare un segnale alla popolazione russa che questa guerra non è accettabile», ha sottolineato un funzionario europeo al quotidiano britannico.

L’intesa con Mosca consente ai cittadini russi di ottenere visti turistici per entrare e circolare per 90 giorni nei Paesi dell’Unione europea, grazie a procedure agili e senza particolari restrizioni. Per effetto di Schengen, chi entra in un Paese può poi recarsi negli altri, il che ha creato tensioni tra i Paesi più disponibili e quelli decisamente meno. In particolare, l’Estonia ha deciso di vietare l’ingresso con visti turistici Schengen anche dopo che grazie a essi due giornalisti russi erano entrati nel Paese e avevano realizzato video di propaganda ostile. Repubblica Ceca e Polonia avevano bloccato i visti già al momento dell’invasione, mentre la Finlandia ha deciso di diminuire il numero di permessi rilasciati al 10% rispetto alla quota prevista finora. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è detto invece contrario a punire un intero popolo per una guerra decisa soltanto dal suo leader e contraria è pure l’Ungheria del filo-Putin Orbán.

In un’intervista rilasciata all’emittente tv austriaca “Orf”, il rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell ha detto di ritenere «improbabile» una unanimità sul punto dei ministri degli Esteri dell’Unione e di non essere neanche personalmente favorevole, anche se ha convenuto che ci vorrebbe «un processo più selettivo». Da parte sua, il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock ha appunto ventilato la possibilità di un compromesso che «metta d’accordo le legittime preoccupazioni e le posizioni di tutti» i Paesi Ue.

di Maurizio Stefanini 

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