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Zakharova

Zakharova chi?

Con tutto il rispetto, non avrei preso in considerazione le parole della gentile signora Zakharova. A volte il silenzio fa più male delle repliche agli insulti.
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Zakharova chi?

Con tutto il rispetto, non avrei preso in considerazione le parole della gentile signora Zakharova. A volte il silenzio fa più male delle repliche agli insulti.
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Zakharova chi?

Con tutto il rispetto, non avrei preso in considerazione le parole della gentile signora Zakharova. A volte il silenzio fa più male delle repliche agli insulti.
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Con tutto il rispetto, non avrei preso in considerazione le parole della gentile signora Zakharova. A volte il silenzio fa più male delle repliche agli insulti.

«Italiani, soffrirete!». Gentile signora Zakharova, stia serena, siamo abituati a soffrire. Ma rispetto a voi abbiamo un vantaggio non da poco: siamo liberi, siamo una imperfetta democrazia ma siamo una democrazia. Il ministro Cingolani, competente in materia, ha replicato: «L’Italia non segue gli ordini di nessuno». Con tutto il rispetto, non avrei preso in considerazione le parole della gentile signora. A volte il silenzio fa più male delle repliche agli insulti.

La signora Zakharova dovrebbe studiare un filosofo nato a Danzica e prosecutore di Kant, Arthur Schopenhauer, che sosteneva che «chi crede non pensa». Non si offenda gentile signora, ma lei davvero crede che gli italiani si facciano influenzare dalle minacce del Cremlino e del suo padrone Putin? Giuseppe Prezzolini affermò che la cosa più difficile è far ragionare la gente. Basta promettere un po’ di soldi: lo fa ogni giorno il vostro vecchio amico Giuseppe Conte e le assicuro che il Movimento dell’Uno vale Uno, dopo alcuni anni di malgoverno a destra prima e a sinistra poi, otterrà un bel po’ di consensi. Dalle parti della Piazza Rossa – dove un tempo sventolavano la falce e il martello e davanti agli incartapecoriti leader del Cremlino sfilavano le rutilanti truppe sovietiche (signora Zakharova, ascolti la canzone di Al Bano “Nostalgia canaglia”) – hanno deciso di entrare a piedi uniti nella campagna elettorale dell’Italia. C’è chi si sorprende, perché non conosce la Storia. L’hanno sempre fatto, da una parte e certamente anche dall’altra, ma non è che abbiano mai avuto grandi successi.

Dunque, soffriremo. Purtroppo pare che ci dovremo lavare meno e questo, Fulco Pratesi a parte, comporterà un surplus di cattivo odore. Si aggiungerà al puzzo della spazzatura che affligge certe nostre città perché alcuni vostri amici non ne vogliono sapere di fare i termovalorizzatori. Questa è l’Italia, signora Zakharova. Delle vostre minacce non importa niente ad alcuno. Finita la campagna elettorale, vedremo chi avrà vinto. Di solito tutti, ma poi nella realtà quotidiana torneremo a soffrire perché l’Italia è fuori dai Mondiali. Ci dica pure che siamo superficiali e poco coerenti, insomma non siamo immuni da difetti. Ma come diceva il grande Camilleri col suo Montalbano, per favore «non ci rompa i cabbasisi».

di Andrea Pamparana 

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